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Banche, Governo In Settimana Varerà la Riforma

Banca Marche
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ANCONA 2 FEB.  In settimana dunque il Governo varerà la riforma ( un decreto legge ) insieme con i provvedimenti per il recupero crediti e le cartolarizzazioni dei crediti deteriorati, che interessano, invece, tutto il sistema creditizio italiano.

Giornata cruciale quella del 30 gennaio scorso. Il Governatore di Banca d’Italia, smentendo indirettamente contrasti sul provvedimento, commenta:

«Il Credito cooperativo, molto frammentato, è esposto a forti pressioni concorrenziali . ha risentito pesantemente della prolungata fase di difficoltà economica del paese. L’esigenza di una significativa integrazione delle Bcc, che richiamiamo da tempo, si è fatta più pressante.

La riforma in via di definizione, nel preservare la natura mutualistica dell’attività, potrà rafforzare la solidità del sistema e migliorare gli assetti del governo societario” .

L’( auto ) riforma per decreto , in estrema sintesi:

  • sarebbe finalizzata a rafforzare i presidi patrimoniali, attraverso la costituzione di una holding di controllo partecipata ( al 51% ? ) dalle BCC ed aperta a partnership di minoranza, i famosi «capitali pazienti» non speculativi ;

  • prevederebbe un “ patto di coesione “, che legherà le BCC alla società capogruppo, garante della loro solidità e autonomia .

Non è dato di sapere nulla di concreto sui reali contenuti e tanto meno di eventuali piani strategici ( d’impresa ), propedeutici alla inevitabile successiva ristrutturazione.

Il Governatore pone l’accento sulla “ integrazione “, sulla dimensione. Poco e tanto.

Se il problema fosse stato la dimensione – o solo la dimensione – , non avremmo avuto bisogno di una riforma e di un travaglio così lungo ( siamo ad oltre 1 anno dall’annuncio…. ).

Tanto se , invece, l’obiettivo fosse di porre, ad esempio, soglie di capitale ( oggi 5 milioni di euro ), innalzamento generalizzato del numero minimo dei soci; soglie di investimento minimo; differenziazioni fra i soci in relazione alla quota sociale sottoscritta.

Se così fosse, l’( auto ) riforma acquisirebbe il sapore del superamento tendenziale della banca di credito cooperativo.

Il problema – e lo abbiamo sempre segnalato – non è la dimensione in sè bensì l’ integrazione, fare effettivamente sistema.

Negli anni d’oro, quando si sarebbe potuto intervenire, abbiamo sempre segnalato fra i problemi sostanziali: come si fa’ banca; come il sistema di credito cooperativo fa’ o non fa’ sinergia; come le BCC si fanno concorrenza impropria, anche attraverso sconfinamenti della rete sportellare; come si costruiscono e si controllano gli assetti di governo ( delle BCC ma – non sottovalutiamo – delle Aziende e Società che dovrebbero supportare le BCC nei prodotti e nei servizi ); se e come si privilegia l’attività verso i soci.

Quale sarà la dimensione “ ideale “ della BCC ? Abbiamo visto grandi banche andare in crisi.

E come si preserva il tratto distintivo delle Bcc, il mutualismo ?

Le BCC sono banche autonome, cooperative, locali ma – non dimentichiamolo – la vera caratteristica distintiva è la natura mutualistica, una esperienza di democrazia economica da ritrovare e rilanciare.

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E’ evidente che l’ ( auto ) riforma definirà il nuovo assetto organizzativo del Credito Cooperativo.

L’attuazione richiederà, probabilmente, più fasi e scadenze temporali, con ricadute sui lavoratori.

Il Presidente di Federcasse ha espresso soddisfazione per il decreto di riforma che definirà « un modello organizzativo nuovo ed originale, capace di unire cultura locale a respiro europeo e che, va sottolineato, non ha mai avuto carattere emergenziale, ma solo l’obiettivo di rafforzare un sistema sano, fornendo gli strumenti adeguati a continuare ad essere, le Bcc, banche autonome, cooperative, locali nel nuovo contesto normativo dell’Unione Bancaria».

Un nuovo modello da verificare e che comporterà , già dalle prime fati attuative, l’esigenza di aprire un confronto fra le Parti nazionali, tanto più in presenza del rinnovo dei Contratti collettivi nazionali di Lavoro della Categoria.

L’attuazione del “ nuovo modello organizzativo “ inciderà sugli attuali assetti contrattuali, livelli di contrattazione, mobilità professionale e territoriale ecc. E’ pronto il Credito cooperativo a confrontarsi per condividere il percorso ed assumere impegni volti a garantire che i presidi contrattuali siano aggiornati dal negoziato fra le Parti e non travolti dalle ristrutturazioni del sistema ?

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Una giornata cruciale il 30 gennaio. Il Governatore ha fatto sue le criticità verso la Commissione europea e sul bail in (le nuove norme sul risanamento e sulla risoluzione delle crisi bancarie) , ribadendo la validità dell’operato di Banca d’Italia e la solidità del sistema bancario italiano.

Dopo due mesi e mezzo di altissima tensione, l’intervento di Visco al 22° congresso del Forex, arriva contemporaneamente alla pubblicazione di due documenti di Banca d’Italia, dove si motiva il comportamento dell’Istituto ( nel mirino ( con Consob ) di un fuoco di fila di problemi, d’interrogativi e di contestazioni ) con” distinguo” fra chi deve presidiare la “ sana e prudente gestione “ e chi deve, invece, presidiare la “ trasparenza e correttezza dei comportamenti “ nel collocamento di prodotti finanziari ecc.

Nei confronti di ciascun intermediario l’attività della Banca d’Italia è volta a promuovere una gestione sana e prudente, la trasparenza delle operazioni e dei servizi offerti e la correttezza delle relazioni con la clientela. …….Sono esclusi dalla sfera di competenza della Banca d’Italia i servizi e le attività di investimento nonché il collocamento di prodotti finanziari aventi finalità di investimento (quali ad es. le obbligazioni). Con riguardo al sistema finanziario nel suo complesso, il legislatore affida alla Banca d’Italia la tutela della stabilità, dell’efficienza e della competitività.;……………… in tale ambito la Banca d’Italia è responsabile del contenimento del rischio, della stabilità e della sana e prudente gestione degli intermediari, mentre la Consob è competente per la trasparenza e la correttezza dei comportamenti.”

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Il Governatore è intervenuto a tutto campo, a difesa del sistema bancario italiano, toccando i temi di più stringente attualità e non trascurando di rinnovare a tutto il sistema la richiesta di contenimento dei costi ( segnatamente del Personale ).

Un’altra fondamentale questione che le banche non possono eludere riguarda il contenimento dei costi.

Questa esigenza non deriva solo dalla prolungata fase di bassa inflazione e di bassi tassi di interesse, che comprime il margine d’interesse; l’evoluzione del sistema finanziario impone agli istituti di credito una maggiore efficienza operativa, specie a quelli che, come i nostri, hanno un’attività orientata all’intermediazione tradizionale. Lo sviluppo tecnologico richiede di intervenire sulla rete di sportelli, ancora troppo ampia, così come sui costi, sulla dimensione e sulla tipologia degli organici.

Per agevolare l’attuazione di questi interventi limitandone i costi economici e sociali, agli strumenti ordinari di sostegno alla disoccupazione potrà essere affiancato l’utilizzo delle risorse dei fondi di solidarietà per il credito.”

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Il Governatore Visco si rivolge a tutto il sistema creditizio italiano, non solo alle BCC.

Una ricetta già ampiamente sperimentata in tutto il sistema bancario, un “ toccasana “ , a quanto pare buono per tutti i disturbi del sistema.

Questa volta, però, l’accento viene posto, oltre che sui costi, sempre sui costi del lavoro ma accompagnati dalla dimensione e dalla tipologia degli organici.

Il Governatore cita espressamente gli strumenti ordinari di sostegno alla disoccupazione.

Negli anni più recenti l’attività sindacale nel Credito cooperativo si è dovuta concentrare su procedure avviate da Aziende, anche non in crisi conclamata, finalizzate alla riduzione del costo del lavoro.

Il Personale ha contribuito a risolvere situazioni di forte criticità, consapevole che la soluzione doveva essere risolta all’interno del Movimento, senza “ aiuti “ dall’esterno, con l’obiettivo primario di salvaguardare i complessivi livelli occupazionali.

Non abbiamo finora registrato quei traguardi in termini di efficienza, trasparenza, capacità di produrre reddito, che , a ogni tavolo negoziale, sono stati posti come obiettivo del “ piano aziendale “.

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Attesa del decreto e “ stallo “ nelle trattative per il rinnovo dei CCNL della Categoria.

Il laborioso travaglio dell’ ( auto ) riforma e i tempi lunghi non hanno favorito lo “ sblocco “ delle trattative per il rinnovo dei CCNL di Categoria.

Ma i nodi sono tutti sul tavolo.

La richiesta della Controparte è di accollare ai soli lavoratori i costi di riduzioni generalizzate dei livelli occupazionali, senza un progetto e priorità condivisi, intervenendo sui principali istituti contrattuali normativi ed economici per “sollevare” le Aziende di una quota significativa del costo degli ammortizzatori sociali a disposizione.

Il tavolo negoziale è tenuto in “ stallo “ dalla “ rivendicazione “ che il Sindacato a priori accetti quali istituti contrattuali sospendere, modificare e/o cancellare, con la motivazione che gli stessi serviranno a finanziare il Fondo contrattuale per l’occupazione.

Pare secondario a Federcasse ciò che per il Sindacato è dirimente: Cosa e come finanziare, con quali obiettivi e strumenti, per quanto tempo e in quale misura.

La pubblicazione del decreto di riforma aprirà una nuova fase per il Credito cooperativo; quale vedremo.

Ma , in primis, dovrà imprimere al tavolo negoziale una positiva inversione di tendenza, a partire dalla presa d’atto che l’attuazione dell’ ( auto ) riforma dovrà essere supportata da opportuni presidi normativi e procedure contrattuali.

Il confronto fra le Parti nazionali deve entrare nel merito dei singoli istituti contrattuali per verificare su quali e come intervenire, in base alle concrete innovazioni organizzative, ai nuovi processi di lavoro ecc.

La ricerca di “ strumenti solidaristici “ fra i lavoratori, a sostegno dell’occupazione, è intrinseca all’attività sindacale ma gli obiettivi, gli strumenti e la ripartizione dei costi si negoziano fra le Parti e non si pretendono “ a scatola chiusa “.