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Carlo Mazzone, da Ascoli alla fama nazionale

Carlo Mazzone, da Ascoli alla fama nazionale

Il calcio è frutto del sudore e della genialità dei calciatori, ma gli allenatori rivestono un ruolo molto importante in questo circo così famelico e pieno di andirivieni. Avere a disposizione un tecnico capace e attento è stato spesso il segreto dei migliori calciatori, che grazie ai loro maestri hanno imparato a sviluppare il loro talento innato.

Il caso di Carlo Mazzone, detto Carletto, è senza dubbio uno di questi. Il tecnico romano, ma attualmente residente ad Ascoli Piceno, è stato uno degli allenatori più caratteristici del calcio italiano, oltre ad essere stato il mentore di una serie di campionissimi. L’ex tecnico, che ha da poco compiuto gli 82 anni d’età, è ormai da tempo lontano dalle panchine, ed ha trovato il suo ritiro tranquillo proprio nelle Marche, dove ha finito la sua carriera da calciatore e ha cominciato quella da allenatore con l’Ascoli, società alla quale è rimasto sempre molto legato. Romano verace, Carletto ha vissuto l’esperienza più importante della sua carriera da tecnico proprio alla guida dell’AS Roma, che ha allenato dall’estate del 1993 a quella del 1996.

Mazzone, che preferisce ormai vedere il calcio in tv, sarà sicuramente uno spettatore molto interessato della finale di Champions League sulla quale in molti potranno puntate grazie ai principali siti sul calcio online. Lo scontro tra Jürgen Klopp e Mauricio Pochettino interesserà moltissimo un tecnico che nella sua vita non ha solo influenzato grandissimi calciatori, ma anche il tecnico più importante del momento, quel Pep Guardiola che ebbe ai suoi ordini al Brescia e che si è detto sempre molto grato a Mazzone per avergli “inculcato” dei dogmi tattici importanti. In effetti, nella sua epoca a Brescia, l’ultima nella quale il tecnico romano ha davvero vissuto un’esperienza importante, a disposizione ha avuto fenomeni del calibro dello stesso Guardiola, Roberto Baggio e Andrea Pirlo, due dei più grandi calciatori della storia del calcio italiano e mondiale. Non va dimenticato, infatti, che fu Mazzone a dare a Pirlo il nuovo ruolo di regista in quanto già chiuso da Baggio in quel ruolo, permettendo così al bresciano di svoltare in carriera e diventare poi il faro del gioco del Milan campione di tutto con Carlo Ancelotti e della nazionale italiana campione del mondo nel 2006.

Bonaccione e sempre alla mano, Mazzone è sempre stato molto ben voluto dai suoi calciatori, molti dei quali sono rimasti in ottimi rapporti con lui. Oltre a Baggio, l’allenatore romano ha avuto anche la fortuna di gestire un certo Francesco Totti, che fece debuttare in Serie A e al quale poi aprì le porte della Roma, facendo la storia del club giallorosso. Se, infatti, il Pupone è diventato quello che è, trasformandosi poi in grande goleador a fine carriera, lo si deve anche a Mazzone. Carletto, personaggio viscerale, è forse uno degli ultimi totem di un calcio genuino e divertente che sta pian piano lasciando troppo spazio a quello di oggi, eccessivamente fisico e volto ad ottenere il risultato a tutti i costi.