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CASSAZIONE, STRAGE DI USTICA: “IL DC9 VENNE ABBATTUTO DA UN MISSILE”

ROMA. 29 GEN. La strage di Ustica avvenne a causa di un missile e non di una esplosione interna al Dc9 Itavia con 81 persone a bordo. Per questo lo Stato deve risarcire i familiari delle vittime per “non aver garantito, con sufficienti controlli dei radar civili e militari, la sicurezza dei cieli”.
Lo dichiara la Cassazione in sede civile nella prima sentenza definitiva di condanna al risarcimento.

La sentenza n.1871, depositata ieri dalla Terza sezione civile della Suprema Corte, sono stati infatti respinti i ricorsi con i quali il Ministero della Difesa e quello dei Trasporti volevano mettere in discussione il diritto al risarcimento dei familiari di tre vittime della strage, i primi a rivolgersi al giudice civile, seguiti – dopo – da quasi tutti gli altri parenti dei passeggeri del tragico volo, partito da Bologna e diretto a Palermo nella sera del 27 giugno del 1980, e abbattuto nei cieli su Ustica.

I ministeri, difesi dall’Avvocatura generale dello Stato, hanno per prima cosa tentato di dire che il disastro aereo si era ormai prescritto e poi che non si poteva loro imputare “l’omissione di condotte doverose in difetto di prova circa l’effettivo svolgimento dell’evento”.

La Cassazione, dal canto suo, ha replicato che “é pacifico l’obbligo delle amministrazioni ricorrenti di assicurare la sicurezza dei voli”, e che “é abbondantemente e congruamente motivata la tesi del missile” accolta dalla Corte di Appello di Palermo nel primo verdetto sui risarcimenti ai familiari delle vittime depositato il 14 giugno 2010.

Quanto alla prescrizione, il motivo è stato giudicato “infondato”. Ad avviso della Suprema Corte, l’evento stesso dell’avvenuta vicenda della strage di Ustica “dimostra la violazione della norma cautelare”.

La Suprema Corte, dopo aver rigettato i ricorsi della Difesa e dei Trasporti, ha invece accolto il reclamo dei familiari delle tre vittime rinviando alla Corte di Appello di Palermo per valutare se possa essere concesso un risarcimento più elevato rispetto al milione e 240mila euro complessivamente liquidato ai familiari.