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Chiede finanziamento in un negozio e dà false generalità, arrestata

Polizia

ANCONA 23 DIC.  Che gli italiani fossero famosi per essere degli “inventori” e degli esperti nell’”arte di arrangiarsi” è risaputo in tutto il mondo e l’arresto operato ieri dalla Squadra Volante della Questura ne è un esempio lampante.

 

Infatti una donna 43enne, verso le ore 16.00, entrava in un negozio di prodotti elettronici del capoluogo e dopo aver girovagato per gli scaffali e richiesto informazioni accurate in merito ad alcuni prodotti informatici, decideva di acquistare, per i regali di Natale, un Iphone ed un computer entrambi di ultima generazione per un importo pari a 2948 euro.

 

La cliente zelante e attenta a tutta la pubblicità chiedeva di conoscere le condizioni per finanziare l’acquisto e sottoscriveva l’ordine.

 

Consegnata la carta di identità all’addetto alle vendite, le veniva richiesto di scrivere sull’apposito modulo la data di nascita e il luogo: e qui un momento di empasse, la donna aveva pensato a tutto ma non aveva “studiato bene” la sua nuova identità.

 

Infatti per ben due volte scriveva e cancellava la data di nascita, cercando di sbirciare quanto scritto sul suo documento già depositato nell’ufficio vendite.

 

Il dipendente del negozio si insospettiva e uscito dalla stanza chiamava il 113 della Questura.

 

La cliente sbirciava dalla porta a vetri e notava che l’addetto alle vendita era intento a parlare al telefono: sebbene non riuscisse a sentire la conversazione intuiva che il suo piano era sfumato e che da lì poco sarebbe arrivata la Polizia.

 

Lasciando il modulo fuggiva a gambe levate driblando tra gli altri clienti che erano all’interno del negozio e  guadagnando l’uscita.

 

Una pattuglia della Squadra Volante interveniva e intercettava la donna che tentava di nascondersi dietro al centro commerciale confidando nel buio e accovacciandosi tra le auto in sosta.

 

Scoperta, veniva bloccata ed identificata: all’interno della sua borsetta vi era due carte di identità con foto identiche e che raffiguravano la donna ma con dati anagrafici completamente diversi, una busta paga e due tessere sanitarie con dati personali discordanti.

 

Accompagnata presso gli Uffici della Questura veniva sottoposta ai rilievi fotodattiloscopici che ne stabilivano le esatte generalità: cittadina italiana, nata e residente in un comune della provincia di Napoli, classe 1973, coniugata ed incensurata.

 

La 43enne si trincerava dietro un silenzio e non dava spiegazioni sulla provenienza dei documenti falsi.

 

La carta di identità mostrata per truffare il negozio e accaparrarsi il bottino elettronico, invece, riportava i dati anagrafici di un’ipotetica donna, inesistente, nata nel 1981, residente a Rimini, stesse generalità riportate sulla busta paga rilasciata da una fantomatica azienda di servizi di Rimini e sulla tessera sanitaria.

 

La carta di identità era ad occhio nudo perfetta in ogni dettaglio e solo grazie all’esperienza e all’acume investigativo i poliziotti sono riusciti a far emergere che il documento era falso: stessi colori, timbri, consistenza della carta, fatta eccezione per alcuni particolari nella filettatura nella ruvidezza.

 

Un perfetto artefatto così come la busta paga e la tessera sanitaria che denota una specializzata manifattura del falso.

 

Dopo le formalità di rito la donna veniva tratta in arresto.

 

Sono in corso tutti gli accertamenti in merito alla provenienza dei documenti falsi e all’autore degli stessi.