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INCONTRO PER CERISCIOLI CON I PARLAMENTARI MARCHIGIANI

imageANCONA 6 LUG. A Palazzo Raffaello il presidente Ceriscioli incontra i parlamentari marchigiani: “Lavoriamo su obiettivi comuni e d’interesse per la comunità”. All’esame anche la questione dell’Autorità portuale di Ancona, presenti sindaco Mancinelli e presidente Giampieri

“Lavorare insieme per raggiungere obiettivi che interessano la comunità regionale. È importante raggiungere una tensione collettiva sui temi strategici, in modo da dare risposte alle attese e alle esigenze dei marchigiani”. Così il presidente della Regione Luca Ceriscioli che, a quasi un mese dal suo insediamento, ha convocato, a Palazzo Raffaello, i parlamentari marchigiani per discutere di temi che, al di là dello schieramento politico, possono essere condivisi e portati avanti da tutti. Numerosi gli argomenti trattati durante l’incontro: dal tema più attuale dell’autonomia dell’autorità portuale di Ancona, alla riforma dello Stato (ruolo delle Regioni e delle Province), dal trasporto pubblico locale “che vede le Marche fanalino di coda in termini di finanziamento pro capite, alla spesa sanitaria che, in termini di riparto, ci vede penalizzati”, alla questione delle infrastrutture stradali e potenziamento ferroviario, “da sempre un punto di debolezza del sistema logistico marchigiano”, a quello del dissesto idrogeologico e della condizione della viabilità delle strade marchigiane, ai tagli dei trasferimenti statali sui bilanci regionali.
“Bisogna scongiurare l’idea che le Regioni non siano in grado di dare risposte alle esigenze delle comunità – ha detto Ceriscioli – Le Marche hanno avuto tagli pesantissimi, passando da 400 a 170 milioni realmente disponibili. Senza risorse si determina un cambiamento genetico del ruolo delle autonomie regionali. Dobbiamo lavorare insieme per incidere e provare a innescare l’idea che le Regioni tornino a essere centrali e, ridefinendo il sistema istituzionale in questa direzione, allocare di conseguenza le risorse necessarie”.
In particolare, sul tema dell’Autoità portuale di Ancona occorre “una tensione collettiva sulle questioni strategici per la comunità marchigiana, allo scopo di valorizzare il rapporto con il territorio e condividere una strategia comune per la sua salvaguardia”. Un tema trattato alla presenza anche del sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, dell’assessore al Porto Ida Simonella, del presidente dell’Autorità portuale Rodolfo Giampieri e del dirigente Tito Vespasiani. È stato ribadito che la salvaguardia dell’Autorità portuale non rappresenta una battaglia di campanile tra Ancona e Ravenna, ma un’esigenza che risponde agli stessi obiettivi della programmazione nazionale. Non sussistono motivazioni tecniche e industriali che giustifichino l’accorpamento, dal momento che l’autonomia di entrambe risponde alla logica dell’efficientamento degli scali ricercata dal Governo: Ancona e Ravenna perseguono strategie commerciali diverse e non complementari. Lo scalo dorico rientra nella programmazione europea dei collegamenti est-ovest (è uno dei cinque corridoi previsti) e svolge una funzione strategica nell’ambito della macroregione adriatico ionica (con 1 milione di passeggeri internazionali all’anno). Inoltre l’Autorità portuale ha un indice di efficienza pari a 3,1 collocandosi tra le più virtuose in Italia e garantisce 54 milioni di investimenti sul territorio, rappresentando un’importante leva per la crescita economica locale.