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Inrca, La Campagna Allunga la Vita

Territorio rurale delle Marche
Territorio rurale delle Marche
Territorio rurale delle Marche

ANCONA 31 GEN.  L’impresa rurale è uno dei luoghi ideali per invecchiare in salute e un valido centro di aggregazione. Le attività collettive, specialmente se svolte in un contesto informale, come in campagna, stimolano la vitalità e il benessere degli anziani. Favoriscono uno stile di vita più sano, migliorano l’autostima e l’umore. Sono i primi risultati della sperimentazione condotta dall’Irccs Inrca (Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani) nell’ambito del progetto “Longevità attiva in ambito rurale”, illustrati al convegno “Esperienze di agricoltura sociale in favore della popolazione anziana”. Promosso nel 2012 dalla Regione Marche – in occasione dell’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni – il progetto ha coinvolto otto imprese agricole marchigiane, con l’obiettivo di stimolare iniziative rivolte a persone in età avanzata, legate alla socializzazione e alla promozione della qualità della vita.
In una società che invecchia – spiega il Direttore scientifico Inrca Fabrizia Lattanzio “la sfida è trovare nuovi modelli assistenziali in grado di favorire la longevità attiva, che, come ricorda l’Oms, dipende anche dal mantenere interessi piacevoli e relazioni sociali gratificanti”. Molte mansioni tipiche della vita di campagna – aggiunge Cristina Gagliardi, del Centro Ricerche Economico-Sociali sull’Invecchiamento e coordinatrice del progetto – si adattano bene alle capacità psicofisiche e al desiderio di svago e socialità delle fasce più fragili”. In questa direzione si sono mosse le aziende selezionate. Avvalendosi di psicologi, assistenti sociali, agronomi e fisioterapisti, hanno organizzato momenti educativi seguiti da laboratori artigianali e di cucina, esperienze di orticoltura e riconoscimento delle erbe aromatiche, apicoltura, ginnastica posturale, esercizi di memoria e pet-therapy, coinvolgendo complessivamente 112 anziani autosufficienti.
Tramite focus group e questionari l’Inrca ha valutato la modifica dei comportamenti e delle abitudini lungo l’arco delle attività. “E’ stato dimostrato l’effetto positivo delle proposte – spiega la ricercatrice – sia sugli stili di vita, dove il 66% (2 su 3) ha adottato un’alimentazione più sana, con un maggiore uso di frutta e verdura e utilizzo di prodotti non raffinati, sia dal punto di vista relazionale, poiché oltre il 90% ha dichiarato di aver incontrato persone nuove, o approfondito la conoscenza di quelle già conosciute. Ciò li ha portati a rapportarsi con più frequenza anche i familiari”. Positivi i riscontri anche dal punto di vista del benessere percepito: la totalità (il 100%) dei partecipanti ha affermato di sentirsi meglio al termine dell’esperienza, “mentre il 63% ha aumentato il tempo dedicato all’esercizio fisico o si sente più energico nello svolgimento delle attività quotidiane”. In alcuni casi si è avuto un visibile aumento dell’autonomia motoria e dello stimolo ad uscire.

Una ricaduta virtuosa anche per le aziende, che hanno rafforzato le proprie relazioni con servizi sociali, case di riposo, cooperative e associazioni di volontariato. Il progetto quindi – che include veri esempi di innovazione sociale – definisce un format di servizi da introdurre nel prossimo programma di sviluppo rurale regionale. Un “modello marchigiano” di agricoltura sociale da esempio sul panorama italiano. Di particolare valore perché nato da una ricerca innovativa, in una Regione dove l’aspettativa di vita è tra le più alte del mondo (80.8 anni per gli uomini e 85.5 per le donne).

Specifiche dello studio
Ogni impresa agricola ha presentato progetti differenti per target (anziani in buona salute, anziani provenienti da case di riposo, in condizione di fragilità), numerosità dei gruppi (da 5 a 20), e tipo di attività proposte, che hanno avuto complessivamente la durata di un anno solare. Il campione, molto eterogeneo, ha compreso soggetti con livelli di istruzione e età diverse (da 69 a 87 anni), in cui prevale la componente femminile. La rilevazione dei risultati è stata programmata in tre momenti: all’inizio, a metà e a conclusione delle iniziative.

Testimonianze
Di seguito sono elencate alcune citazioni emerse durante i focus group, che hanno avuto l’obiettivo di indagare l’efficacia delle attività in diverse aree:

Motivazioni:
“Ho deciso di partecipare per fare nuove esperienze e per approfondire alcuni argomenti, ma soprattutto per socializzare, perché ci si conosce tutti di vista in paese, ma è bello conoscersi meglio per non stare isolati”

Apprendimento:
“Ho imparato delle cose nuove sulla cucina e sulle proprietà dei cibi”

“La persona che ha fatto il corso di fisioterapia ci ha insegnato dei movimenti che non vanno bene per la nostra età e altri che dobbiamo svolgere per stare meglio”

“La novità che mi ha portato il progetto è soprattutto interiore, perché ora sono più aperta agli altri. Credo di essere cresciuta, anche se ho la mia veneranda età”

Stili di vita:
“Ora faccio delle bellissime passeggiate qui in mezzo alla natura, che prima non riuscivo a fare”

“Mia figlia mi chiede: cosa ti metti domani per andare in campagna? A mia figlia io dico di non preoccuparsi per quello che mi metto, perché ora me lo preparo da sola. Quest’esperienza mi ha fatto recuperare un po’ di autonomia: adesso riesco ad infilarmi i calzini e prima non ci riuscivo. E poi ci tengo a venire qua carina e vestita bene”.

Aspetti socio-relazionali:
“Prima di arrivare qui mi rinchiudevo in un gruppo di amiche di vecchia data e con il passare degli anni mi sono chiusa in me stessa, col timore di non essere adatta al mondo di oggi. In questo luogo invece sto superando questo limite”

“Da quando vengo qui è cambiato qualcosa perché mi sentivo inutile, invece qui ho iniziato a rivivere. Prima mi sentivo senza forze. Adesso non perdo la fiducia nel fare le cose, ho la carica e non mi stanco”