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L’ASSESSORE GIORGI MOSTRA LE MODALITA’ OPERATIVE PER CONTRASTARE IL RISCHIO FRANE

giorgi_assessoreANCONA 04 DIC. Modalità operative e indicazioni tecniche per contrastare il rischio idrogeologico attraverso una corretta gestione idraulica del territorio.

Una serie di criteri che vanno rispettati in ogni intervento urbanistico ed edilizio, previsti dalla legge regionale 22/2011 che demanda alla Giunta regionale la loro individuazione. Su proposta dell’assessore alla Difesa del Suolo, Paola Giorgi, l’esecutivo ha inviato al Consiglio delle autonomie locali (Cal) una proposta di deliberazione per acquisire il preventivo parere. Il testo è stato oggetto di confronto con l’Anci (Associazione dei comuni), Province e tecnici. Rappresenta una sintesi condivisibile delle molte osservazioni pervenute, sulla base delle rigorose disposizioni legislative in materia che vincolano l’operatività degli enti preposti. “Una corretta gestione del territorio rappresenta una necessità ineludibile e sempre più stringente, come dimostrano i disastrosi effetti dei fenomeni meteorici che assumono caratteri sempre più estremi – afferma l’assessore Giorgi – Anche in queste ore, larga parte della nostra Regione e del nostro Paese è stata devastata da abbondanti piogge e da esondazioni che richiamano tutti, in particolare gli amministratori pubblici, all’esigenza di pianificare gli interventi nel pieno rispetto dei delicati equilibri idrogeologici che caratterizzano il territorio. I criteri individuati dalla Giunta regionale vanno in questa direzione, prevedendo che ogni  mutamento edilizio o urbanistico garantisca l’invarianza idraulica rispetto alla trasformazione apportata”. A seguito dei tragici eventi alluvionali che hanno colpito le Marche nel 2011, sulla base delle risultanze della seduta dell’Assemblea legislativa del 10 marzo 2001 e di una proposta di legge della Giunta regionale, la Regione ha emanato la legge 23 novembre 2011, n. 22. La norma dispone la “verifica della compatibilità idraulica” nella pianificazione territoriale e “l’invarianza idraulica” per ogni trasformazione che modifichi la permeabilità superficiale. I criteri trasmessi al Cal, dopo la successiva approvazione da parte della Giunta, avranno applicazione su tutto il territorio regionale, richiamando le norme previste dai Piani di assetto idrogeologico e individuando le attività che andranno svolte dagli enti competenti.