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Legacoop Marche: Alleruzzo confermato presidente

“Ogni due giorni un nuovo assunto. La cooperazione di Legacoop Marche ribadisce la sua vocazione al lavoro, ad essere un modello economico che ha continuato a creare occupazione anche durante il periodo più nero della crisi economica e anche nelle zone colpite dal terremoto”. Lo ha dichiarato Gianfranco Alleruzzo, riconfermato presidente di Legacoop Marche, durante il 6° congresso dell’associazione, dedicato al tema “Rivoluzioni cooperative. Imprese di persone che generano comunità e futuro”, che si è svolto all’hotel Casale a Colli del Tronto (Ascoli Piceno).

Un luogo scelto, questo, per testimoniare la vicinanza di Legacoop Marche al territorio colpito dal terremoto del 2016, ha sottolineato il coordinatore regionale Fabio Grossetti introducendo il congresso, con “il bisogno di valorizzare la coesione sociale – ha detto – insieme al patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale di un’area in cui è presente il più grande cantiere d’Europa”.

Sono 286 le cooperative che aderiscono a Legacoop Marche, in prevalenza attive nei settori della produzione e servizi (110), sociali (75), agroalimentare (38), pesca (20) e turismo e cultura (20) per un fatturato complessivo, nel 2018, di 1,71 miliardi di euro. Ancona è la provincia con il maggior numero di cooperative, 106, seguita da Pesaro e Urbino (82), Ascoli Piceno (40), Macerata (25) e Fermo (21). Sono socie di queste imprese 244.945 persone, gli occupati sono più di 13 mila.

“Sono molte le persone delle Marche che, attraverso la cooperazione, hanno un posto di lavoro e un reddito ma anche la possibilità di avere piena cittadinanza – ha detto il presidente di Legacoop Marche, Gianfranco Alleruzzo -, questo è un grande obiettivo che abbiamo raggiunto”. Le prospettive, ha affermato Alleruzzo, che ha dichiarato l’adesione dell’associazione alla giornata di mobilitazione ambientale dei giovani, “Fridays for Future” promossa dall’attivista Greta Thunberg, “sono quelle di incidere nella realtà marchigiana attraverso due percorsi. Il primo è quello di far nascere sempre nuove cooperative per creare posti di lavoro e rispondere ai bisogni, 51 le nuove imprese create negli ultimi anni di cui 11 nell’area del cratere del terremoto, grazie al bando di Legacoop ‘Centro Italia Reload’, di cui 5 cooperative di comunità e diversi workers buyout, aziende in crisi salvate in forma cooperativa dagli stessi lavoratori che vi erano occupati”. Il secondo percorso è quello di dare impulso alle Marche “creando un contesto – ha detto ancora Alleruzzo – che faccia crescere la cooperazione in tutti quanti i settori e questo lo facciamo insieme alla grande opera della Regione e di altri soggetti locali”.

Un contesto in cui non si può non parlare di migranti. “Abbiamo bisogno di comunità capaci di adattarsi ai cambiamenti in corso – ha detto Alleruzzo – attraverso la presenza, al loro interno, di una buona dose di variabilità, anche con il governo dei flussi migratori. Compito di un grande Paese è quello di governare questi eventi coniugando la tutela di ogni essere umano con l’esigenza di vagliare coloro dei quali abbiamo e avremo bisogno”.

Per le zone colpite dal sisma, Legacoop Marche, ha sottolineato ancora Alleruzzo, ha tracciato dieci obiettivi strategici per la rinascita post sisma delle Marche attraverso la cooperazione. Gli obiettivi riguardano i servizi per l’infanzia, il lavoro e l’autorganizzazione dei lavoratori, i servizi per gli anziani, turismo e cultura e reti territoriali, abitare la comunità e housing sociale, agricoltura, recupero dei terreni abbandonati e ricambio generazionale, Appennino vivo e cura del patrimonio forestale, welfare aziendale e di comunità, formazione permanente, cooperazione di comunità.

 

“Il tema della radicalità cooperativa, introdotto da Alleruzzo – ha detto il presidente di Legacoop nazionale, Mauro Lusetti -, è il valore che la nostra cooperazione ha, in Italia e in questa regione, nel legame con le sue comunità e con tutte le realtà economiche e sociali, con una visione estremamente inclusiva e solidale che mette al centro il lavoro buono che rispetta le persone e i loro diritti”. Nell’area del cratere, ha aggiunto Lusetti, “continueremo a dare il nostro contributo sia in termini di promozione di nuove attività sia come sostegno alle popolazioni come nella recente inaugurazione della nuova scuola di Caldarola”.

Un aumento dell’occupazione di più del 22% nel cratere, ha rimarcato la vicepresidente della Regione Marche, Anna Casini, “significa che lavorando tutti insieme, in maniera sinergica, siamo riusciti non solo a sopravvivere ma forse a cominciare a vivere meglio, in un’ottica in cui il sistema valoriale deve essere al primo posto”. Sinergia e condivisione anche sui dieci obiettivi strategici di Legacoop Marche sui quali, ha detto Casini, “la Regione porta avanti azioni parallele per poterli raggiungere. Abbiamo gli stessi orizzonti: tra i più importanti far crescere competenza e qualità delle aziende, promuovere l’agricoltura sociale, innovare la tradizione. Ma voglio anche pensare ad una banca dei boschi, oltre che a quella delle terre, e pensare a difendere sempre più i valori etici nel mondo dell’imprenditoria”.

Opportunità, queste, ha spiegato Mattia Granata, presidente Centro studi Legacoop, “sulle quali le cooperative presidiano il terreno, in attesa che ripartano i trend nazionali, per essere pronte a coprire ad occupare gli spazi con investimenti e occupazione”. Le cooperative, ha aggiunto Granata, sono “imprese che, al momento, mandano segnali come sentinelle sugli avamposti e che, per quanto possano essere ben posizionate e in grado di resistere, hanno un clima attorno a loro che è ancora in stato di persistente crisi”.

Una crisi che, ha detto Pietro Marcolini, presidente Istao, specie “nella catastrofe del terremoto, può diventare un’opportunità per aprire sentieri nuovi da percorrere, con la netta volontà di riscatto e di rinascita del territorio su cui promuovere un laboratorio per lo sviluppo”.