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Scuola Marche, Codacons contro il bando per dirigenti scolastici

Il Codacons lancia oggi una nuova offensiva legale in favore dei docenti delle Marche. E’ infatti uscito, pubblicato sulla G.U. n. 90 del 24/11/2017, il Bando di concorso finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali, emanato ai sensi del D.M. 138/2017.

Il Bando disciplina il reclutamento dei Dirigenti Scolastici nei ruoli regionali e, secondo la Ministra dell’istruzione Fedeli, dovrebbe porre fine all’annoso problema della mancanza di dirigenti titolari – spiega il Codacons – Peccato però che preveda, all’art. 3, che “è ammesso a partecipare, ai sensi dell’art. 6 del DM, il personale docente ed educativo delle istituzioni scolastiche ed educative statali assunto con contratto a tempo indeterminato, confermato in ruolo ai sensi della normativa vigente … che abbia effettivamente reso, nelle istituzioni scolastiche ed educative del sistema nazionale di istruzione, un servizio di almeno cinque anni, ove il servizio di insegnamento, anche se maturato antecedentemente alla stipula del contratto a tempo indeterminato, si intende prestato per un anno intero se ha avuto la durata di almeno centottanta giorni o se sia stato prestato ininterrottamente dal primo febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale”.

Di fatto – denuncia il Codacons – dal concorso risultano escluse le seguenti categorie di docenti:

– i docenti neoimmessi in ruolo (oppure i docenti di ruolo che ancora non hanno superato l’anno di prova);

– i docenti precari abilitati che hanno prestato almeno 5 anni di servizio utile (180 gg di servizio per anno scolastico prestato anche in modo non continuativo, oppure servizio ininterrotto dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale) con contratti a tempo determinato in scuola statale o paritaria.

Di fronte a questa situazione e al rischio di penalizzare ingiustamente docenti neoimmessi in ruolo e quelli precari da anni, il Codacons ha deciso di intervenire promuovendo anche nelle Marche un ricorso collettivo al Tar del Lazio contro il Ministero dell’istruzione in favore dei docenti della regione esclusi, volto ad ottenere l’annullamento del bando discriminatorio.