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Verdicchio dei Castelli di Jesi protagonista sul New York Times

Il vino migliore da stappare la sera nella propria cucina dopo una giornata di lavoro è il Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore “La Staffa” 2017 dell’omonima cantina di Staffolo (An).

A dirlo non è un appassionato qualunque di vini marchigiani, ma il New York Times. Sulle colonne del quotidiano statunitense, infatti, il giornalista Eric Asimov ha stilato un’originale classifica delle 20 migliori bottiglie di vino provenienti da tutto il mondo da concedersi dopo una giornata lavorativa per ritrovare la pace con se stessi senza spendere un capitale.

 

E nell’articolo intitolato “20 wines under 20$: when any night can be a weeknight”, dove compaiono solo due vini italiani, la prima scelta è proprio il Verdicchio dell’azienda agricola La Staffa. “E’ giusto dire che l’Italia non sempre ha interpretato bene il Verdicchio” precisa Asimov, esperto conoscitore dei vini italiani. “È un vitigno dalle grandi potenzialità, capace di produrre vini deliziosi, intensi e complessi – spiega il giornalista – ma troppo spesso, quando è piantato nei posti sbagliati, sormontato o fatto con noncuranza, delude. Ma quelli buoni come questo vino de La Staffa, cresciuto nella regione dei Castelli di Jesi nelle Marche settentrionali vicino all’Adriatico, risvegliano la curiosità. È fresco, fragrante e rinfrescante, con ricordi di pesca e agrumi e una mineralità sottostante”.

 

Un’ulteriore iniezione di fiducia per La Staffa – già segnalata su “The Wall Street Journal” pochi mesi fa e premiata come cantina dell’anno delle Marche a Vinitaly 2018 – che arriva nel momento in cui è in rampa di lancio la sua nuova riserva di Verdicchio, che sarà presentata ufficialmente a metà ottobre dopo aver già ricevuto il premio “Grande Vino” sulla guida “Slow Wine 2019”.

 

“Leggere del mio lavoro sul New York Times è un sogno che si avvera – commenta emozionato Riccardo Baldi, titolare de La Staffa – Sono cresciuto con il mito degli States e di New York City, ritrovarmi sul più importante quotidiano del mondo era impensabile fino a pochi anni fa!”.

 

Ribattezzato qualche anno fa nel mondo del vino il “Golden boy del Verdicchio” per la sua giovane età (classe 1990), Baldi ha bruciato le tappe nella costruzione della reputazione della sua azienda e ora è pronto a presentare il suo progetto più ambizioso. “Il nuovo Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Docg Classico “Selva di Sotto” – spiega – è un vino a cui sono particolarmente legato sia a livello personale sia per il ruolo che potrà avere nella Doc Castelli di Jesi. L’obiettivo è contribuire a portare il Verdicchio a confrontarsi alla pari con i più grandi vini bianchi del mondo, rispetto ai quali il nostro vitigno non ha assolutamente niente da invidiare”.