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Amministrative, Fabbri (Pd) su Facebook “Serve analisi sconfitta”

mauri

ANCONA 26 GIU. Anche questa volta temo non ci sarà alcuna analisi del voto, il cui esito sarà liquidato in modo grossolano. È un grande limite per il Pd perché una classe dirigente seria deve assumersi le responsabilità. Anche e soprattutto di fronte ad una sconfitta”.

Lo scrive su Facebook la senatrice marchigiana del Pd Camilla Fabbri che spiega: “Due punti devono essere al centro dell’analisi. Il primo è l’astensionismo, ormai diventato questione democratica pressante. Il 12% in meno rispetto al dato già critico del primo turno. Il 46% finale è meno della metà degli aventi diritto. Nelle Marche abbiamo avuto un crollo dell’affluenza ai ballottaggi per i sindaci di Fabriano e Civitanova Marche. A Fabriano il 50,07% degli aventi diritto, il 7% in meno dei votanti del primo turno, che erano stati il 57,10%. A Civitanova meno 10 punti: 47,90% di votanti contro il 57,81% dell’11 giugno scorso. Peraltro l’esito è una sconfitta in entrambe le città: Fabriano ai cinque stelle e Civitanova alla destra”.

Spiega Fabbri: “Non voglio riaprire la battaglia congressuale, ma voglio che il partito faccia una riflessione su questo dato, sollevato anche durante il congresso”. Il secondo punto da analizzare, secondo la senatrice dem, è la sconfitta: “Abbiamo perso le città capoluogo, in alcuni casi simbolo, oppure abbiamo vinto, magari al primo turno, solo laddove il Pd non era visibile, era dentro progetti civici: penso a Palermo”. Per questo Fabbri chiede “riposizioniamoci in quello che è il nostro campo: il centrosinistra largo, aperto, civico. Il Pd è isolato politicamente e socialmente. Abbiamo rianimato un centrodestra a trazione leghista che era stremato. Questo rende indispensabile una proposta di centrosinistra veramente alternativa alla destra”. Per questo, conclude, “non ci servono le grandi alleanze, ci serve un Pd che faccia il Pd dentro un progetto di centrosinistra che risponda alla grande questione sociale. Non ci serve inseguire i cinque stelle sul terreno della propaganda populista, perché su quel terreno perdiamo, come ha dimostrato l’esito del referendum”.