Home Cronaca Cronaca Ancona

Anno scolastico 2017-18, sindacati “Non siamo stati considerati”

lavoro

ANCONA 6 GEN. A proposito della deliberazione della giunta regionale sulla rete scolastica 2017/18 e delle modifiche apportate rispetto alla prima ipotesi, quella sottoposta al parere del tavolo di rappresentanza dei territori e delle parti sociali, i sindacati di categoria sottolineano come sul testo definitivo, non hanno avuto modo di esprimere alcunché.

“Anzitutto, continuiamo a pensare che sarebbe stato meglio soprassedere a qualunque modifica della rete scolastica in un anno in cui la regione, in particolare in alcuni territori, è stata pesantemente colpita da eventi sismici e atmosferici tra i più gravi degli ultimi cento anni.
E questo perché, come noto, in particolare nella scuola secondaria di secondo grado, le scelte territoriali hanno ripercussioni sulla dotazione di posti organico del personale docente e ATA di tutta la regione.
Prendiamo atto delle decisioni istituzionali ma sia chiaro: per realizzare l’obiettivo, la Regione deve sostenere la richiesta dei sindacati di difendere e potenziare l’attuale organico, come già richiesto al Ministero, se non vogliamo che le scelte assunte abbiano ripercussioni negative per le Marche.
Le segretarie regionali Manuela Carloni (Flc Cgil), Anna Bartolini (Cisl scuola), Claudia Mazzuchelli (Uil scuola) e Paola Martano (Snals Confsal) vogliono evitare che siano proprio i territori colpiti dal sisma a pagare le scelte operate sull’intera offerta formativa della nostra regione: ciò che ci preoccupa è che, con atteggiamenti meramente burocratici, siano applicati tetti, numeri, tabelle con parametri uguali tra diseguali.
Per questo, come sindacati, abbiamo chiesto con forza al ministro Fedeli e al Governo, nell’incontro con il sottosegretario Vito De Filippo del 31 gennaio, non solo di assicurare per l’anno scolastico 2017/18 gli stessi posti docenti e ATA dell’anno in corso ma anche di potenziarli con tutto l’ organico  che sarà necessario a garantire la ripresa della normalità nei territori colpiti dal sisma, incluse le richieste di arricchimento a cui fa riferimento anche il comunicato stampa della regione.

Tutta la vicenda legata al terremoto che, nelle Marche, riguarda più di 30.000 studenti, avrà bisogno, ancora per molto tempo, della necessaria flessibilità da un lato ma anche delle indispensabili certezze di risorse dall’ altro, per permettere la messa in sicurezza delle scuole e dell’offerta formativa e se non si vorranno penalizzare ancora di più questi territori così martoriati dal sisma.
Inoltre, la questione della sostenibilità della rete scolastica riguarda, comunque, la capacità di ottenere le risorse indispensabili per la sua attuazione.

Questo tema non è nuovo per la nostra regione, penalizzata anche in questo anno scolastico con un taglio di ben 112 posti dell’organico potenziato per permettere il normale funzionamento a discapito dell’arricchimento dell’offerta formativa: un caso unico in Italia.

Se non cambierà qualcosa, questo accadrà di nuovo perché nel sistema dei tetti organico predefiniti dal Governo sulla base di parametri nazionali, ogni scelta di modifica della rete ha ripercussioni sull’offerta formativa complessiva e, dunque, o si ottengono risorse aggiuntive, o le novità si realizzeranno a discapito comunque di una parte dell’ offerta formativa, come la materna, i corsi serali, lo sdoppiamento delle “classi pollaio”, i laboratori…. e forse anche di quei territori che, a causa del sisma, non hanno potuto richiedere nulla.

Infatti, pur plaudendo, per esempio, alla richiesta della Regione di istituire un liceo musicale in ogni provincia, abbiamo sottolineato all’assessore Bravi come tale scelta, se non sarà supportata da posti aggiuntivi rispetto all’organico attuale, sarà destinata a rimanere sulla carta, esattamente come le tante richieste di strumento musicale nella scuola media, inserite nei piani di dimensionamento dalla Regione ma mai attuate sempre per lo stesso motivo: carenza di organico. E questo diversamente da quanto accaduto in altre regioni che, nel frattempo, hanno fortemente potenziato l’educazione musicale, mentre noi, nelle Marche, siamo fermi ai corsi istituiti nel 2009.
Oggi registriamo come nel licenziare l’ atto di programmazione della rete scolastica e dell’offerta formativa 2017-2018 la Giunta regionale sia stata più  attenta alle pulsioni campanilistiche che a distribuire l’offerta  formativa sulla base di parametri oggettivi ed equilibrati rispetto al sistema istruzione regionale.
I sindacati ne prendono atto ma si aspettano dalla Regione atti concreti”.