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Appello del Presidente Acquaroli all’incontro sulla Rete scolastica regionale delle aree montane

Rete Scolastica
Incontro a Matelica (Foto Maurizio Rillo)

“Chiedo di portare al Governo e al Parlamento le istanze dei territori delle aree interne che vivono una criticità drammatica e di riconoscere la necessità di dar loro una tranquillità e una speranza di rinnovata vitalità, di restituire una fiducia verso il futuro a queste comunità. Non chiedo un privilegio, ma principi di buon senso per il riconoscimento di una realtà ancora emergenziale e di agevolare il rientro e le aspettative di tante persone che da oltre sei anni vivono le conseguenze del sisma”.

È il punto centrale dell’appello, forte e accorato, che il presidente Francesco Acquaroli, oggi a Matelica, ha rivolto ai sottosegretari Paola Frassinetti (Istruzione e Merito) e Lucia Albano (Mef), nell’ambito dell’iniziativa promossa e organizzata dalla Regione Marche sul tema della Rete scolastica per le aree interne e del cratere sismico. I saluti istituzionali e d’apertura sono stati affidati al sindaco di Matelica, Massimo Baldini, che ha ringraziato la Regione per aver voluto continuare nell’impegno di confronto con i territori e le istituzioni nazionali.

Di fronte a una platea del Teatro Piermarini piena di sindaci e amministratori pubblici dei territori interessati, il presidente Acquaroli ha dapprima ringraziato i sottosegretari per aver mantenuto l’impegno a confrontarsi sui problemi delle aree interne e sismiche in particolare del dimensionamento scolastico e poi ha rimarcato i nodi più critici, ribadendo le necessità di garantire ai Comuni la possibilità di una programmazione che non debba sacrificare servizi ai cittadini.

“Occorre – ha proseguito il Presidente – una ricostruzione non solo materiale ma anche socio-economica che deve essere garantita dal mantenimento dei servizi essenziali, Sanità e Scuola innanzitutto per scongiurare l’abbandono dei territori e il rischio di ricostruire strutture e “contenitori” che potrebbero restare vuoti, nonostante gli ingentissimi investimenti che lo Stato ha fatto sulla ricostruzione post sisma. È chiaro che la Scuola è il presupposto di una scelta abitativa in un dato luogo e quindi riteniamo essenziale conservarne la presenza insieme a uffici postali, banche e naturalmente strutture sanitarie per evitare lo spopolamento. Bisogna riconoscere il valore delle realtà delle aree interne come spina dorsale dell’economia non solo regionale ma anche nazionale perché costituiscono punti importanti di PIL. Quindi l’attenzione del Governo deve essere massima in questi prossimi anni che sono determinanti per convincere le persone a ritornare o a scegliere di investire in questi meravigliosi territori che hanno tanto da offrire. Certo i criteri da adottare per tenere in vita queste zone non possono essere gli stessi delle aree metropolitane ed è ciò che chiediamo anche per la Scuola: deroghe a norme troppo stringenti per resistere ed essere competitivi nei confronti delle altre realtà, insomma quella che chiamiamo una “politica dei borghi”. Questa iniezione di fiducia verso il futuro è il segnale che tutti aspettiamo e lo sforzo di qualche anno potrà essere ripagato nella rivitalizzazione del tessuto socio economico dei territori dell’entroterra.”

Anche l’assessore regionale all’Istruzione, Chiara Biondi ha posto l’accento sul problema dell’accorpamento di classi e del dimensionamento degli istituti, quindi del sovraffollamento delle classi che penalizza anche gli alunni disabili, sottolineando “l’esigenza di una deroga specifica anche al DPR 81/2009 troppo limitante per le aree montane e disagiate . È necessario – ha ribadito – prevedere strumenti normativi  che tutelino le aree interne, le aree montante e le aree del cratere dal fenomeno dello spopolamento. Non possiamo impoverire demograficamente i nostri territori. Questo dialogo con il Governo, molto positivo, deve proseguire. Mantenere i plessi significa anche facilitare l’erogazione di altri servizi. Occorre uno sforzo comune di tutte le istituzioni e di tutte le parti interessate al mondo della scuola per capire come potersi sganciare da questo limite.”

“Siamo venuti oggi a Matelica – ha affermato il sottosegretario Paola Frassinetti – per questo incontro con i rappresentanti dell’entroterra marchigiano. Abbiamo analizzato la situazione e soprattutto ascoltato le esigenze degli amministratori di questi bellissimi territori. Due sono i problemi fondamentali che vogliamo contrastare: lo spopolamento e la dispersione scolastica che restano due forti ostacoli da superare. In una situazione di emergenza bisogna assolutamente avere un obiettivo comune che deve essere quello di mantenere vive queste zone dell’entroterra e montane, per farlo ci vogliono servizi adeguati, tra cui quello della scuola è sicuramente fondamentale. Oggi ci siamo posti all’ascolto dei territori con l’impegno di continuare ad essere presenti e lavorare sulle principali problematiche, a cominciare dalla deroga relativa al numero minimo degli alunni per classe nei comuni delle aree del cratere”.

“Sono molto attenta alle realtà e alle criticità delle aree interne – ha aggiunto il sottosegretario Lucia Albano – aggravate in larga parte soprattutto nella nostra regione dalle conseguenze del sisma, una materia che seguo anche in virtù della delega che ho ricevuto. Già dall’opposizione mi ero occupata di sostenere le istanze che provenivano da questi territori Come governo stiamo lavorando affinché nei prossimi provvedimenti, dal decreto Milleproroghe al decreto Sisma, si possano superare le criticità segnalate, in particolare in merito alla deroga del numero minimo di alunni per classe. È necessario garantire ovunque gli stessi servizi, ad iniziare dalle scuole, evitando che ci siano territori di serie A e di serie B, come ha ricordato recentemente il presidente del Consiglio”

All’incontro è intervenuto in video conferenza anche il senatore Guido Castelli, Commissario per la Ricostruzione, che ha annunciato una riforma strategica nella funzione commissariale, l’aggiunta di una delega come commissario anche alla “riparazione” del tessuto connettivo delle comunità colpite dal sisma.
“Una sfida importante – ha detto – che conferma l’attenzione del Governo verso queste aree per cercare di rivitalizzarle mantenendo i servizi essenziali: lavoro, scuola, trasporti, sanità.  Un impegno ciclopico del sistema pubblico se si pensa che vi è la necessità di ripristinare 400 scuole nel cratere di cui 206 solo nelle Marche (90 in provincia di Macerata, 68 Ascoli Piceno, 10 ad Ancona e 38 a Fermo ) e i lavori sono stati conclusi solo in 19 plessi scolastici”. ( ad’e)