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Ascoli, Cacia “Dobbiamo essere più squadra”

Tifosi dell'Ascoli

ASCOLI PICENO 11 MAR.  A due giorni dal big match con il Verona, è stato l’ex Daniele Cacia a fare il punto della situazione in casa Ascoli parlando a 360° del momento della squadra, del suo passato in Veneto, della “sfida” con Pazzini e del suo ritorno al Bentegodi:

“Nelle ultime partite abbiamo preso gol su calci piazzati e quindi il livello di attenzione deve migliorare, c’è da comportarsi da squadra. La lunga serie di imbattibilità ha fatto risaltare ancor più gli errori che abbiamo commesso. Quando pareggi o vinci è normale che alcune lacune non vengano fuori perché si è portati a guardare il bicchiere mezzo pieno, ma ora non è cambiato nulla, è normale incappare in un periodo come quello attuale perché per una squadra giovane una flessione ci sta, per quanto finora i ragazzi abbiano fatto bene. La nostra è forse una squadra poco caratteriale, quindi quando le cose vanno bene è un conto, ma quando qualcosa va storto e devi cambiare immediatamente allora si fa più fatica e a livello di gruppo non siamo stati così bravi a cambiare direzione. E mi riferisco a tutti, giovani e meno giovani, non ha senso fare sempre questa distinzione fra giovani e vecchi”.

 

La foto dell’abbraccio con Giorgi ha fatto il giro del web e il capitano ha speso ottime parole nei confronti del bomber:

“Lo ringrazio molto, so di avere con lui un bel rapporto, leale e me lo tengo stretto perché in questo ambiente accade di rado trovare un compagno o anche un dirigente con cui instaurare un rapporto così. Fuori dal campo non abbiamo occasioni di frequentarci perché abbiamo tempi diversi, io ho due bambini, ma so che si può contare su di lui quando c’è qualche problema. E’ ascolano e soffre più di un tifoso quando le cose non vanno bene, vive l’esperienza al 100% e quando c’è una sconfitta lui ci fa provare da vicino quello che sentono i tifosi. Avere responsabilità mi piace e credo anche a Giorgi, mai mi sono tirato indietro; sta a noi più grandi ed esperti cercare un cambiamento di rotta e gli altri più che seguirci, devono fidarsi”.

 

L’obiettivo stagionale per i bianconeri è la salvezza, ma Cacia con le sue 128 reti è vicino anche quello di attaccante più prolifico della Serie B di tutti i tempi (135 reti di Schwoch):

“Il primo obiettivo è la salvezza dell’Ascoli, Schwoch può rimanere lassù anche altri due anni; fermo restando che è normale che, dopo aver raggiunto l’obiettivo di squadra, ci sia quello personale. In ogni caso, non credo che, se uno pensa comunque all’obiettivo personale, sia un egoista se il suo raggiungimento porta vantaggio al gruppo. Speriamo di poterci salvare con 1-2 giornate di anticipo, lo possiamo fare e quindi dobbiamo provarci. Leggo di possibili penalizzazioni per altre squadre, ma noi dobbiamo pensare a salvarci sul campo, se poi la quota salvezza dovesse abbassarsi a causa delle penalizzazioni delle altre, sarà un vantaggio in più”.

 

Obiettivi diversi Verona ed Ascoli:

“Sappiamo che a Verona sarà una gara difficile, conosco benissimo il campo e l’ambiente, ma, se pensiamo di andare lì per perdere, allora è meglio che non partiamo per niente. Partite come questa non c’è bisogno di prepararle troppo in settimana perché a livello nervoso e di stimoli si preparano da sé. E’ un match difficile, ma non impossibile, abbiamo bisogno di punti e dovremo andare al Bentegodi da squadra, sappiamo quanto siano forti, anche se non stanno ammazzando il campionato come pensavo. Che accoglienza mi riserverà il pubblico non lo so, ho lasciato un buon ricordo, a Verona ho trascorso due anni bellissimi dentro e fuori dal campo, è una città fantastica, per me è un piacere tornare lì, sarà molto bello, ritroverò tanta gente che mi ha dato affetto, dalla società agli ex compagni. In caso di gol esulterei, sì, il gol è sempre una gioia per un attaccante; ora gioco nell’Ascoli e sono contento di questo e ho rispetto per i nostri tifosi. Non ho mai detto di essere stato trattato come un cane a Verona, a livello umano mi aspettavo di essere trattato meglio dall’allenatore Mandorlini, l’anno prima ero un Dio e l’anno dopo fui messo nel dimenticatoio. Per me è sempre stato un grande orgoglio essere vice Toni, ma quello che mi dispiacque era che quando Toni non giocava piuttosto che mettermi in campo si preferiva inserire un esterno. Invece a livello tecnico nel 4-3-3 di Mandorlini mi sono trovato bene”.

 

L’altro bomber di sponda veneta è un certo Pazzini, attuale capocannoniere della B con 18 gol:

“Gli dirò di fermarsi a 23 gol quest’anno perché di questo passo finirà per cancellare il mio record di 24 reti a Verona” – scherza Cacia – “Ho giocato con lui nella Fiorentina e so che giocatore è, poi abbiamo avuto carriera diversa; dico sempre di essere capitato nel posto giusto al momento sbagliato, un po’ a causa di qualche infortunio un po’ forse anche per colpa mia. Sarà comunque una sfida fra due attaccanti con fame di gol, lui per un motivo, io per un altro, ma sarà sicuramente una bella partita. Rispetto a lui tendo ad attaccare la porta e a scattare sul filo del fuorigioco; penso che potremmo essere una bella coppia d’attacco perché Pazzini è bravo anche come seconda punta e a tenere palla”.

 

Cacia ritroverà a Verona anche Luca Toni, nell’attuale veste di Dirigente:

“Ci ho giocato un anno a Verona e sono orgoglioso di aver fatto il vice di un campione del Mondo. Non siamo attaccanti simili: lui è la classica boa centrale, tutta la squadra si affida a lui, è molto utile per far salire la squadra o dare i tempi, io invece sono più uno alla Pippo #Inzaghi, al quale mi sono sempre ispirato, uno che sta sul filo del fuorigioco e che punta la porta”.

 

In coppia con Favilli in un modulo a due punte?

“Di impossibile non c’è niente, abbiamo giocato insieme a Terni e non mi sembra che la squadra abbia sofferto, finora Andrea ha fatto bene e gli va dato merito, queste non sono decisioni che stanno a me. Sarò egoista, ma l’importante è che giochi io (ride)”.

 

La squadra sembra più sciolta dello scorso anno?

“Lo siamo, ma abbiamo un punto in meno. Se devo individuare delle differenze, dico che la stagione scorsa da gennaio a maggio dimostrammo di essere una squadra esperta, mi riferisco all’aspetto caratteriale nella gestione dei tempi della gara, quindi il capire quando accelerare e spingere e quando invece frenare. Quest’anno siamo più sbarazzini, è vero, quindi spesso prendiamo e ci spingiamo in avanti senza pensarci troppo”.

 

Fino a qualche giornata fa l’Ascoli era vicino alla zona playoff:

“E’ normale che quando le cose vanno bene e sei lassù c’è chi pensa ad altri obiettivi, ma io ho sempre ragionato in base alla realtà. Il campionato è equilibrato, vedo il Frosinone con qualcosa in più rispetto alle altre, vedo bene anche il Perugia; ma anche in basso ci sono 13 squadre raccolte in 5-6 punti e il Trapani è la dimostrazione che con tre vittorie in 4-5- gare è riuscito a rimettersi in corsa. Floccari alla Spal nel mercato di gennaio? Era già una squadra che girava bene e che stava correndo, quindi l’innesto di Floccari è l’esempio che si voleva provare a realizzare un sogno. Se l’Ascoli poteva fare qualcosa in più al mercato? Resta sempre il dubbio perché a parlare è il campo, sono stati due modi diversi di ragionare quelli di Ascoli e Spal. Anche il centro sportivo sarà molto importante quando lo avremo a disposizione perché quest’anno abbiamo peregrinato molto, soprattutto quando le condizioni meteo erano avverse, spero sia pronto prima possibile. Un altro handicap sono stati gli infortuni, non siamo mai riusciti a giocare al completo; a volte capitano annate in cui non succede nulla ed altre, invece, in cui una distorsione ti fa stare fuori 8 gare fra andata e ritorno come è accaduto a me. Stesso discorso per Giorgi, che, quando sembrava ritrovato, ha avuto altri problemi. Ma ora lo vedo bene e speriamo che lui, io, Mengoni, Bianchi e altri riusciamo a dare un cambio”.