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Atti persecutori, Polizia interviene: due ammonimenti nel fermano

L’art.612 bis del codice penale il quale, sotto la voce “Atti persecutori”, sanziona quei comportamenti costituenti reato che sono profondamente invasivi della libertà altrui.

Lo stesso articolo del Codice prevede, negli ulteriori commi, sanzioni detentive maggiori nei casi espressamente indicati.

“chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita” è punito con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi.

Questa la prima parte del testo dell’art.612 bis del codice penale il quale, sotto la voce “Atti persecutori”, sanziona quei comportamenti costituenti reato che sono profondamente invasivi della libertà altrui. Lo stesso articolo del Codice prevede, negli ulteriori commi, sanzioni detentive maggiori nei casi espressamente indicati.

L’attenzione del legislatore è sempre alta nei confronti degli atti di prevaricazione e di vessazione che sono statisticamente in costante e sensibile aumento ormai da anni, anche per la maggiore coscienza ed il coraggio di denunciare delle vittime che non sono più disposte a subire le angherie e spesso le violenze fisiche e psichiche degli autori di tali atti che determinano timore, continui stati d’ansia e limiti alla libertà di movimento delle persone “oggetto” di tali comportamenti.

La coscienza degli strumenti che le norme prevedono a tutela delle vittime e le attività di informazione e di ausilio che anche la Polizia di Stato ha condotto da anni nelle scuole, nelle piazze e presso gli esercizi commerciali con campagne di sensibilizzazione mirate alle fasce deboli ha consentito il disvelamento di situazioni spesso rimaste nascoste tra le mura domestiche.

I casi più frequentemente riportati dalle cronache riguardano gli atti persecutori commessi in ambito familiare o sentimentale, quando un rapporto si incrina ineluttabilmente ed una delle parti, per desiderio di prevaricazione e dominio, commette atti di violenza fisica, economica, psicologica o di altro genere per ribadire la propria primazia, per imporre le proprie scelte, i propri voleri senza rispetto dell’altrui libertà.

Le norme riguardanti le misure di prevenzione di competenza del Questore contemplano quella dell’ammonimento, più volte adottato anche nella nostra provincia nei confronti di partner o ex partner che non sono in grado o non vogliono comprendere le ragioni della fine di una relazione continuando ad imporre la propria indesiderata presenza. Infatti, nell’aumento dei casi di atti persecutori riscontrato a livello nazionale con rilevanza dalla fine del lockdown, la provincia di Fermo non fa certamente eccezione come più volte riportato per le frequenti liti in ambito familiare e condominiale sulle quali giornalmente gli equipaggi della Questura intervengono su richiesta dei diretti interessati o dei vicini allarmati da urla e rumori.

Non sempre, tuttavia questi comportamenti dalle conseguenze gravissime sono percepiti da altri soggetti che possono segnalarli ed è in questi casi che il coraggio di denunciarli all’Autorità di Pubblica Sicurezza e la più celere risposta del Questore può riportare la serenità nella vittima. Infatti, più è immediata l’analisi degli avvenimenti e la verifica delle responsabilità ed il conseguente provvedimento di prevenzione, più la parte “debole” può aver fiducia nelle Istituzioni ed il suo caso, favorevolmente risolto, costituire un esempio e stimolo per gli altri per segnalare le vessazioni subìte e fungere da monito per gli autori.

Deve essere superata la sensazione di sentirsi soli e senza vie d’uscita dalla situazione.

E l’analisi dei fatti deve essere svolto, pur nei limiti e con le garanzie imposti dalle norme, considerando fattori quali l’età delle persone coinvolte, il loro rapporto di parentela, la loro situazione abitativa e molti altri per i quali l’operatore di polizia che esamina gli atti a disposizione deve essere anche sociologo e psicologo.

Due casi recenti, tra quelli che esulano dalla fine di un rapporto affettivo, che si sono conclusi nei giorni scorsi con il decreto di ammonimento del Questore di Fermo a seguito delle segnalazioni delle vittime analizzate dal personale specializzato della Divisione Anticrimine.

Il primo concretizzatosi in atti persecutori perpetrati da un anziano di Fermo nei confronti di una giovane donna residente nello stesso stabile consistenti in continui disturbi quando la vittima era nella propria abitazione con i figli, in ingiurie, offese e frasi volgari pronunciate in ogni occasione di incontro fino al frequente distacco da parte dell’uomo, anche in orari notturni, del contatore dell’energia elettrica dell’alloggio della donna e alla chiusura del rubinetto dell’acqua dell’abitazione. Comportamenti insulsi e continui che hanno oggettivamente provocato nella vittima stati d’ansia e di timore, per sé e i propri congiunti, che l’escalation potesse continuare con ulteriori atti anche violenti.

Raccolti tutti gli elementi di prova, comprese alcune videoregistrazioni di tali comportamenti, il Questore ha emesso la misura di prevenzione dell’ammonimento dalla eventuale violazione della quale consegue ope legis, il deferimento all’Autorità Giudiziaria per il reato citato.

Il secondo caso riguarda gli atti di minaccia, i continui pedinamenti, i danneggiamenti nell’abitazione e gli atti intimidatori commessi da un giovane del litorale fermano sud nei confronti dell’anziana madre al fine di farsi “prestare” somme di denaro per le proprie spese personali, compresi l’acquisto di sostanze stupefacenti ed alcool.

Acquisiti in breve tempo tutti gli elementi inerenti la richiesta dell’ammonimento, il Questore ha emesso il provvedimento amministrativo che diffida l’autore degli atti vessatori dal proseguire i suoi comportamenti persecutori e dal quale derivano, in caso di violazione delle prescrizioni, le richiamate conseguenze penali di rilievo, quali la denuncia d’ufficio all’Autorità Giudiziaria, l’arresto in flagranza e l’aumento della pena.