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Biologico marchigiano, dal progetto Biodiversity2food una spinta all’innovazione del settore

biologico
Convegno Biodiversity2food

Una carica di innovazione per il biologico marchigiano. E’ il cuore del progetto Biodiversity2food, promosso dal Consorzio Marche Biologiche. I risultati del progetto sono stati illustrati ieri, 17 dicembre, nel corso del convegno conclusivo tenutosi a Montefelcino (PU), presso il Ristorante il Torchio. L’iniziativa è inserita nel Progetto Integrato di Filiera Agroalimentare “Filiera marchigiana per la valorizzazione dei seminativi biologici”, PSR Marche 2014/2020, Sottomisura 16.2. – Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie.

“Con il progetto Biodiversity2food – ha dichiarato il presidente del Consorzio, Francesco Torriani – siamo riusciti a dare delle risposte concrete in termini di innovazione della nostra filiera, specializzata nella coltivazione dei seminativi con metodo biologico. Un progetto che ci ha permesso di applicare soluzioni immediate nelle varie fasi del processo produttivo e di apprezzarne altrettanto velocemente i risultati.”
Un contributo anche per il nuovo Distretto Biologico Marche, costituito per iniziativa della Regione: nel corso del convegno, il vice presidente della Giunta regionale e assessore all’agricoltura Mirco Carloni ha sottolineato l’importanza del Distretto nel promuovere il biologico marchigiano, evidenziando il ruolo da protagonista del Consorzio in questo disegno.

La presentazione dei risultati del progetto è stata affidata a Roberto Papa, Francesco Solfanelli e Raffaele Zanoli dell’Università Politecnica delle Marche, Pasquale De Vita del Crea/CI di Foggia, Antonella Petrini del Cermis di Tolentino, Daniela Bellini della Gino Girolomoni Cooperativa e Francesca Falconi di LCA lab srl, spin-off ENEA.
Per ogni fase della filiera sono state individuate le principali criticità e fornite soluzioni: dalla coltivazione (gestione della rotazione colturale e modalità di semina) alla scelta delle sementi (recupero e caratterizzazione delle varietà antiche, selezione e moltiplicazione di nuovo materiale genetico adatto per il sistema biologico), dalla trasformazione dei cereali (prove di molitura e pastificazione per migliorare la qualità dei prodotti) al monitoraggio della sostenibilità economica (costi di produzione e distribuzione del valore aggiunto lungo la filiera), dalla sostenibilità ambientale (uso di mezzi tecnici e consumo di energia) alle strategie di comunicazione.
È seguita una tavola rotonda molto partecipata, che ha permesso un confronto per definire le priorità sul fronte ricerca e innovazione ed orientare così i nuovi progetti; oltre a Mirco Carloni e Francesco Torriani, hanno partecipato Giovanni Battista Girolomoni della Gino Girolomoni Cooperativa, Davide Neri di Univpm, Pier Giacomo Bianchi di Crea, Andrea Bordoni della Regione Marche (Servizio Agricoltura) e Paolo Torrelli del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

La filiera specializzata nei seminativi biologici promossa dal Consorzio Marche Biologiche coinvolge oltre 400 aziende, per un totale di 35.000 ettari di SAU (Superficie Agricola Utilizzata), di cui 8.000 contrattualizzati in filiera (5.000 ettari di cereali, a seguire colture oleaginose, proteaginose e foraggere da seme); si tratta dunque di una filiera di notevole importanza nel territorio regionale. “Viviamo una fase politica particolarmente favorevole per i modelli di agricoltura sostenibile ed in particolare per l’agricoltura biologica – ha concluso il presidente Torriani -. Gli obiettivi della transizione ecologica e digitale posti dal Green Deal europeo rappresentano una grande opportunità per qualificare ulteriormente le filiere biologiche. L’innovazione, la ricerca e i servizi di consulenza saranno decisivi per professionalizzare e rendere più competitivo il comparto. In particolare, dal convegno è emerso come le attività strategiche promosse dal Consorzio siano di riferimento non solo regionale, ma anche nazionale e comunitario per il futuro dell’agricoltura, avendo anticipato i nuovi obiettivi della politica agricola comunitaria: il futuro è il nostro passato. Una sfida impegnativa, che va colta con determinazione e responsabilità”.

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Il Consorzio Marche Biologiche nasce nel 2010 nell’obiettivo di concentrare in unica filiera tutta l’energia dei coltivatori biologici regionali. Riunisce le principali cooperative leader della filiera cerealicola biologica marchigiana: Gino Girolomoni, Montebello e La Terra e il Cielo; rappresenta inoltre 300 imprese agricole dislocate sull’intero territorio marchigiano, per un totale di 30.000 ettari di superficie coltivata e 18mila tonnellate di materia prima lavorata all’anno. Il Consorzio Marche Biologiche progetta nuove strategie comuni attraverso una struttura organizzativa nata per rafforzare il biologico marchigiano. Tra le principali attività: informazione agli operatori della filiera, promozione in Italia e all’estero, sviluppo di nuovi prodotti, assistenza agli agricoltori per la partecipazione al sistema di controllo e certificazione, nuovi investimenti in ambito strutturale e tecnologico.