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BIT, i parchi come volano di sviluppo turistico nelle Marche

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Non solo mare, spiagge e ombrelloni. Le Marche negli ultimi anni sono meta di tendenza sia per gli amanti della natura che per gli escursionisti più provetti. Proprio di questo hanno parlato oggi alla Bit, nel corso di un incontro dal titolo “I parchi naturali come volano di sviluppo turistico nelle Marche”, l’assessore all’Ambiente e ai parchi Stefano Aguzzi, il presidente del Parco del San Bartolo Stefano Mariani, il presidente del parco del Conero Daniele Silvetti e il presidente del Parco dei Monti Sibillini Andrea Spaterna.

“La nostra regione – ha spiegato Aguzzi – è caratterizzata da bellezze ambientali storico culturali monumentali. Abbiamo un patrimonio inestimabile al pari di molte regioni d’Italia ma molto caratteristico grazie alle montagne, alle colline e al mare. Questo territorio, di cui andiamo fieri, è contraddistinto da una tutela molto forte nelle sue aree più sensibili come le zone montane e i parchi lungo la costa. Il sistema delle aree protette delle Marche è costituito ad oggi da 13 aree divise in 2 parchi nazionali (a cavallo anche con altre regioni: Umbria nel caso dei Monti Sibillini, Abruzzo e Lazio nel caso del Gran Sasso e Monti della Laga), 3 riserve statali, 1 parco interregionali (condiviso con la regione Emilia Romagna dopo il passaggio dei Comuni dell’alta Val Marecchia), 3 parchi regionali e 4 riserve regionali. Per la prima volta quest’anno si è registrato il primo nido e primo involo documentato di aquile nella storia del Parco Simone Simoncello e questo prova che i nostri ambienti sono sani e ben gestiti. Il ringraziamento va a chi gestisce queste aree, che con attenzione e cura giornaliera aiuta alla salvaguardia dei parchi naturali. La nostra Regione quindi, ha saputo, anche in passato, mantenersi pura e non inquinata. Per quel che riguarda il futuro stiamo lavorando molto sull’Agenda 2030, sulla biodiversità applicata all’urbanistica e rivolta allo sviluppo con un occhio attento alla sostenibilità che faccia si che la nostra Regione possa mantenere queste caratteristiche uniche”.

L’insieme di tutte le aree protette presenti nella Regione tutelata una superficie che ammonta complessivamente a circa 89.470 ettari, pari al 9,59% del territorio marchigiano.

Nel corso della mattinata anche il ciclismo ha avuto il suo momento di risalto. E’ stato il giornalista sportivo Beppe Conti a condurre un appuntamento che dalla Tirreno-Adriatico al Giro d’Italia, alla grande tradizione ciclistica, fa delle Marche una destinazione ideale per vivere un’esperienza sportiva straordinaria in scenari incantevoli. Ha partecipato all’evento l’assessore regionale allo Sport, Chiara Biondi.

A Milano erano presenti la gloria del ciclismo Giuseppe Saronni e Mauro Vegni, direttore di RCS Sport e direttore del Giro d’Italia e della Tirreno-Adriatico per illustrare le tappe che nell’edizione 2023 delle due manifestazioni toccheranno il territorio marchigiano: Fossombrone con il Giro, e Sarnano, Osimo e San Benedetto del Tronto con la Tirreno-Adriatico. Presenti per l’occasione anche i sindaci delle quattro città coinvolte.

 

 

SCHEDA PARCHI MARCHE

La prima area protetta istituita in ambito regionale, è stata riconosciuta con Decreto ministeriale nel 1977 ed è stata la Riserva naturale statale di Torrichio che è gestita dall’Università degli Studi di Camerino.

Nel corso degli anni ’80 sono stati costituiti la Riserva naturale statale dell’Abbadia di Fiastra ed il Parco naturale regionale del Conero. Un forte impulso all’azione politico amministrativa regionale in questo settore è derivato dal Piano Paesistico Ambientale Regionale (PPAR), che la Regione Marche approvava ai sensi della legge Galasso (L. 431/1985) nel 1989. Il processo di pianificazione paesistico – ambientale avviato con il PPAR ha infatti individuato alcune aree ritenute prioritarie per la costituzione di nuovi parchi o riserve naturali, molte di esse ricadenti nei territori appenninici.

Le indicazioni del PPAR sono state tradotte in atti concreti soprattutto nell’ultimo decennio del secolo scorso con l’istituzione del Parco nazionale dei Monti Sibillini nel 1993, del Parco nazionale del Gran Sasso – Monti della Laga nel 1995 e dei Parchi regionali Sasso Simone e Simoncello, Monte San Bartolo, Gola della Rossa e Frasassi tra il 1996 ed il 1997.

Negli anni 2000 si è proceduto sia a livello regionale che a livello nazionale all’istituzione di altre aree protette: nel 2001 è stata infatti istituita la Riserva naturale statale della Gola del Furlo, mentre a livello regionale sono state istituite la riserva naturale regionale di Ripa Bianca (2003), la Riserva naturale regionale Sentina (2004) e la Riserva naturale regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito (2009). Infine l’ultima area protette istituita nel territorio regionale è la Riserva naturale regionale del bosco di Tecchie che ha concluso l’iter istitutivo nel 2019. (Fonte: PQUAP 2021-25). La maggior parte delle aree protette è individuata negli ambienti dell’entroterra, andando principalmente a tutelare aree montane caratterizzate prevalentemente da ambienti boschivi e prativi.

Sono però presenti anche aree protette lungo la media valle dei bacini fluviali del Fiume Esino (Riserva di Ripa Bianca) e del Fiume Chienti (Riserva Abbadia di Fiastra) che garantiscono la conservazione di preziosi lembi di boschi planiziali e di aree agricole.

Va altresì ricordato che anche lungo la fascia costiera sono presenti 3 aree protette, tutte di interesse regionale, con cui si è proceduto alla conservazione dei due promontori che emergono lungo la costa adriatica (San Bartolo a Nord e Conero al centro della regione) e la foce del fiume Tronto a Sud, dove è presente la Riserva naturale regionale della Sentina. Quest’ultima è particolarmente interessante per la presenza di cordoni sabbiosi, zone umide retrodunali e praterie salmastre, ormai estremamente rari nel contesto regionale.