Dodicimila in attesa a San Pietro. Il comignolo della Sistina si tinge di nero alle 11.51
Nessun Papa per ora. La seconda giornata di conclave si è aperta con grande attesa, ma la fumata delle 11.51 ha confermato che i cardinali non hanno ancora raggiunto un accordo: anche il secondo e il terzo scrutinio sono andati a vuoto. Il fumo nero, sollevatosi dal comignolo della Cappella Sistina, è stato accolto da oltre dodicimila persone raccolte in piazza San Pietro. Nonostante la delusione, molti hanno applaudito, mentre altri hanno immortalato il momento con lo smartphone. Qualcuno ha persino ironizzato sull’anticipo della fumata rispetto all’orario previsto, ricordando i lunghi tempi d’attesa della prima giornata.
Addio a Papa Francesco: si è spento questa mattina alle ore 7:35
Conclave, seconda fumata nera: i cardinali si sono incontrati questa mattina alle 8
La giornata è iniziata presto per i cardinali elettori, che si sono ritrovati alle 8 nel Palazzo Apostolico per le celebrazioni religiose e la recita dell’Ora Media, prima di entrare nella Sistina per i primi due scrutini della giornata. Sono previste due fumate quotidiane: una a metà giornata e una al termine delle votazioni pomeridiane. Tuttavia, l’elezione potrebbe essere annunciata in anticipo qualora l’intesa arrivi già alla prima votazione del mattino o del pomeriggio.
In attesa di riprendere i lavori nel primo pomeriggio, i cardinali hanno fatto rientro a Santa Marta per il pranzo. La tensione cresce anche fuori dalle mura vaticane, mentre milioni di fedeli nel mondo seguono ogni segnale proveniente dalla Sistina. Tra loro c’è anche il cardinale decano Giovanni Battista Re, oggi a Pompei per la Supplica alla Madonna del Rosario. Il suo auspicio è chiaro: “Spero che al mio rientro a Roma ci sia già la fumata bianca. Il mondo attende un Papa capace di risvegliare la fede, ma anche di accompagnare l’umanità in un momento di grande fragilità”.
Conclave, seconda fumata nera: il nuovo Papa dovrà essere anche un messaggero di pace
Re ha ricordato le guerre in corso, come quella tra Russia e Ucraina e il conflitto nella Striscia di Gaza, sottolineando come la pace debba essere frutto di un dialogo autentico. “Il nuovo Papa dovrà essere anche un messaggero di pace. Le guerre portano solo distruzione e sofferenza. Serve un punto d’incontro, una trattativa onesta. E oggi più che mai, serve preghiera”.
Nel frattempo, anche oggi è tornato il gabbiano simbolico che si era già posato sul comignolo nella prima giornata di conclave, quasi a vegliare su un momento così delicato per la Chiesa. Il pomeriggio potrebbe portare novità, ma per il momento l’attesa continua, e con essa la speranza.