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Contraffazione esame patente, denunciato marocchino

Venerdì 27 u.s., nell’ambito di un mirato servizio coordinato da personale della Polizia di Stato in servizio presso la Squadra Mobile di Pesaro, unitamente a quello della Sezione Polizia Stradale di Pesaro, un cittadino italiano di origini marocchine di 32 anni, dimorante a Mombaroccio (PU), è stato sorpreso a svolgere l’esame teorico per il conseguimento della patente di guida presso la locale Motorizzazione Civile, munito di una sofisticata attrezzatura elettronica che gli consentiva di ricevere “da remoto” le risposte al quiz somministrato.Il candidato, già più volte bocciato in precedenti sessioni d’esame, aveva con se uno smartwach con telecamera con cui inquadrare il monitor ove apparivano le domande a risposta multipla; uno smartphone per il collegamento alla rete internet con cui trasmettere le immagini; un secondo telefono cellulare su cui ricevere le risposte; un micro-auricolare, collegato tramite un trasmettitore al predetto cellulare, con cui ascoltare le risposte giuste suggerite dall’esperto. Lo stratagemma gli ha permesso di consegnare un elaborato con punteggio netto. L’attività esperita dai poliziotti ha consentito di individuare, all’esterno della Motorizzazione Civile due soggetti, entrambi incensurati, che avevano fornito al candidato la predetta attrezzatura oltre ad aver organizzato tutto il supporto logistico per i collegamenti telefonici e telematici con un terzo soggetto, non ancora identificato, avente il ruolo di “suggeritore” delle risposte. I due sono stati identificati in un brindisino residente a Tavullia (PU) di 56 anni, considerato il contatto locale con i candidati e in un casertano di 51 anni,  risultato essere colui che ha fornito ed attivato l’attrezzatura elettronica. Si è accertato che il prezzo pagato  dal  candidato per l’operazione è stato di €3.500, di cui €2.250 in contanti consegnati venerdì mattina nelle mani del brindisino; somma sequestrata. Anche  il  casertano  è stato trovato  in  possesso  di una mazzetta di banconote per una somma di €3.000, anch’essa sequestrata, probabilmente provento di altra analoga operazione. Conseguentemente ai predetti tre soggetti è stato contestato la violazione di cui all’art. 1 della Legge 475/1925*; un reato che  ha pesanti ricadute sulla sicurezza stradale, considerato che tale illecita attività favorisce il rilascio di autorizzazioni a condurre veicoli a soggetti non idonei, e che appare essere alquanto diffuso e spesso consumato a fini di lucro ed in maniera strutturata, da veri e propri professionisti della truffa.

 

Nella mattinata odierna, presso il Santuario di Madonna delle Grazie in Pesaro, al cospetto delle principali Autorità civili e militari della Provincia, si è tenuta la Santa Messa per la ricorrenza di San Michele Arcangelo Patrono della Polizia di Stato, celebrata a livello nazionale in data 29 settembre a Roma e a livello provinciale il giorno successivo. Alla Funzione, officiata dal cappellano della Polizia di Stato Mons. Giacomo Mura, hanno partecipato numerosi poliziotti con i loro familiari oltre a una rappresentanza della Sezione locale dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato e un folto gruppo di cittadini. La ricorrenza, già ricca di significati per la Polizia di Stato per gli alti valori testimoniati da suo Patrono, rappresenta uno dei momenti più sentiti per una condivisa e spontanea aggregazione di tutti gli appartenenti al Dipartimento della P.S., di ogni ruolo e qualifica, nella piena consapevolezza di un autentico spirito di colleganza e unione che costituiscono l’indispensabile premessa e condizione per un proficuo operare nella quotidiana diversificata e complessa attività al servizio della collettività.

 

(*L. 19/04/1925, n. 475 – Repressione della falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di lauree, diplomi, uffici, titoli e dignità pubbliche.

Art.1. Chiunque in esami o concorsi, prescritti o richiesti da autorità o pubbliche amministrazioni per il conferimento di lauree o di ogni altro grado o titolo scolastico o accademico, per l’abilitazione all’insegnamento ed all’esercizio di una professione, per il rilascio di diplomi o patenti, presenta, come propri, dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici e, in genere, lavori che siano opera di altri, è punito con la reclusione da tre mesi ad un anno. La pena della reclusione non può essere inferiore a sei mesi qualora l’intento sia conseguito)