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Da lunedì 10 regioni entrano in area rossa, lock nazionale per Pasqua e Pasquetta

Un controllo della Polizia (immagine di repertorio)

Questa volta è stato varato un decreto legge, da subito in vigore, da convertire in legge e non un dpcm, che ci chiuderà in casa fino al 6 di aprile.

Nel mentre con apposite ordinanze il ministro della Salute Speranza, fa passare in area rossa Marche, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Veneto e la Provincia autonoma di Trento oltre a Campania, Molise.

Tutte le altre Regioni saranno arancioni per gli effetti del decreto, che annulla il giallo per tutta la sua durata.

In forse ancora la Basilicata sulla quale è in corso una verifica da parte del ministero, mentre la Sardegna resta in area bianca.

Una zona rossa nazionale verrà istituita dal 3 al 5 aprile, comprese Pasqua e Pasquetta, mentre fino al 2 e il 6 aprile tutte le regioni gialle passeranno automaticamente in arancione.

Le disposizioni

Nei giorni di Pasqua e Pasquetta e il sabato precedente: 3, 4 e 5 aprile, l’Italia sarà tutta in zona rossa ad eccezione di eventuali regioni in zona bianca.

In quei tre giorni sarà comunque possibile effettuare una visita al giorno all’interno della regione, massimo in due adulti con minori di 14 anni o disabili o non autosufficienti conviventi, tra le ore 5 e le 22.

I restanti giorni, dal 15 marzo al 2 aprile e il 6 aprile, le regioni in giallo passeranno all’arancione e sarà possibile una visita al giorno con le stesse limitazioni di Pasqua, ma solo all’interno del territorio comunale.

In queste giornate lo spostamento non sarà invece permesso nelle zone rosse. Sarà come sempre possibile spostarsi per motivi di lavoro, salute o necessità.

Per l’istituzione di una zona rossa in una regione con ordinanza del ministro della Salute non si utilizzerà più solo l’Rt, indice di trasmissibilità superiore a 1,25 nell’ultima rilevazione, ma anche l’incidenza settimanale superiore a 250 casi complessivi su 100 mila abitanti ed il cambio di fascia sarà automatico.

Le Regioni arancioni potranno individuare aree da portare in zona rossa, quando l’incidenza supera la soglia dei 250 casi per 100 mila abitanti nella settimana oppure quando si riscontra una presenza di varianti tale da dover prevedere misure più restrittive.