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DISCARICHE, LA REGIONE GARANTISCE L’ATTIVITA’ DELLE DIVERSE SEDI PROVINCIALI

Discarica

discaricaANCONA 18 GEN.  “La Regione non blocca le discariche provinciali. Al contrario, con l’ordinanza emanata, la Regione garantisce la prosecuzione delle attività di conferimento dei rifiuti dove vengono prodotti. Assicura la completa operatività e legittimità delle due discariche di riferimento dell’Ato (Ambito territoriale ottimale) 2 di Ancona: Maiolati Spontini e Corinaldo, superando i vincoli posti dalla normativa nazionale, per il mancato rispetto delle disposizioni comunitarie.

Il provvedimento è stato preliminarmente illustrato e condiviso con l’Anci, la Provincia di Ancona e gli enti locali coinvolti nel corso di una riunione tecnica che si è tenuta, in Regione, martedì scorso. La condivisione è dovuta proprio alla necessità di non paralizzare lo smaltimento dell’indifferenziato nell’Ato di Ancona, individuando una soluzione alternativa nel provvisorio pretrattamento presso gli impianti pubblici del Maceratese, del Fermano e dell’Ascolano”. Lo chiarisce l’assessore regionale alla Gestione dei Rifiuti, Maura Malaspina, che interviene sulla questione a seguito di notizie stampa “che danno una lettura diversa del provvedimento emanato”. L’assessore ripercorre tutto la vicenda che ha portato alla firma del decreto di ieri. Nel giugno del 2009, il ministero dell’Ambiente, con una Circolare, forniva chiarimenti operativi sull’ammissibilità dei rifiuti in discarica ai fini della corretta applicazione del decreto legislativo 13 gennaio 2003 n.36 e del decreto del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 3 agosto 2005, entrambi di diretta derivazione comunitaria. “In merito alla definizione di trattamento – evidenzia l’assessore Malaspina- la Circolare chiarisce che la tritovagliatura può essere considerata come forma di pretrattamento del rifiuto indifferenziato ai fini dell’assolvimento dell’obbligo del decreto legislativo 36/2003, precisando che dette indicazioni hanno natura transitoria, senza stabilire il termine finale di applicazione di tale regime. A fronte di ciò, la Giunta regionale, nel giugno 2009, per venire incontro alle Province carenti di impiantistica di trattamento, ha chiesto e ottenuto, da parte del ministero dell’Ambiente, una ulteriore proroga all’obbligo di trattamento anche sulla base dei Piani di rientro garantiti dalle Province. Nella stessa deliberazione la Regione Marche comunque ha dovuto fissare, affinché fosse concessa l’ulteriore proroga, perentoriamente, al 31.12.2013 il termine ultimo della fase temporanea del pretrattamento e per il completamento dell’impiantistica, in linea con i Piani provinciali di rientro. La Regione, inoltre, ha stanziato risorse regionali e provenienti dal FAS 2007/2013 a favore dell’Amministrazione in obbligo di adeguamento della propria impiantistica. Poiché alla data del 31.12.2013 non sono stati realizzati gli impianti di trattamento previsti dai Piani di rientro, si è riproposta l’impossibilità di continuare ad abbancare il rifiuto non trattato nelle discariche, configurandosi, pertanto, una paralisi del sistema di conferimento dell’Ato 2 di Ancona. La Regione Marche, al fine di scongiurare la chiusura degli impianti di smaltimento dell’Ato 2, che sono obbligati dalle norme nazionali e comunitarie di settore a ricevere esclusivamente rifiuti trattati preliminarmente, in data 16.01.2014, informata con nota della Provincia di Ancona della criticità, ha emanato il decreto per il trattamento preliminare dei rifiuti urbani indifferenziati della Ato 2 di Ancona presso gli impianti pubblici, con capacità di trattamento utile, siti nelle province di Macerata, Fermo e Ascoli Piceno. Questo per garantire il conferimento nelle due discariche a servizio dell’Ato 2 di Ancona, scongiurandone il blocco e ricevendo il ringraziamento sia da parte del presidente dell’Anci Marche, Maurizio Mangialardi, sia del commissario straordinario della Provincia di Ancona, Patrizia Casagrande”.