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Esternalizzazioni Ubi, preoccupazioni Cgil e Cisl Marche

sciopero

I processi di frantumazione del lavoro e dei processi produttivi, che si concretizzano nell’allungamento delle filiere, nel sistema di esternalizzazioni, appalti e subappalti hanno causato precarietà e forte riduzione dei diritti e delle tutele dei lavoratori.

In questo disegno si inquadrano anche molte operazioni di ristrutturazione del sistema bancario Italiano che da qualche anno ha portato tutto il settore del settore credito da 330.000 lavoratori a poco più di 270.000.

Le Marche hanno pagato ancor di più, per le ristrutturazioni e per la crisi della principale Banca del territorio (BdM), con una diminuzione degli occupati che supera il 20% e con la chiusura di un elevatissimo numero di sportelli e dunque di servizi al territorio.

Di recente il maggior gruppo bancario presente nel territorio, UBI, in cui sono confluite la ex Banca Popolare di Ancona e la ex Banca delle Marche, ha presentato un piano di ristrutturazione attraverso l’esternalizzazione (cioè l’affidamento a società terze di alcune attività, tra le quali alcune tipiche dei servizi bancaria) che vede coinvolti complessivamente circa 200 lavoratori e lavoratrici, una parte con l’istituto del “distacco” e in parte con la “cessione” del rapporto di lavoro; di questi ultimi 102 oltre 70 riguardano le Marche, interessando soprattutto l’unità produttiva di Pesaro e anche quella di Jesi.

Dunque, ancora una volta, le Marche, rischiano di essere la regione più colpita dai processi di ristrutturazione del settore.

In questi giorni si sta svolgendo la delicata trattativa tra l’azienda e le strutture sindacali aziendali in tema di ricadute sul personale.

CGIL e CISL Marche unitamente a FISAC CGIL e FIRST CISL Marche sostengono le delegazioni trattanti impegnate in un difficile negoziato, che hanno già espresso la loro contrarietà al ricorso alle esternalizzazioni e avanzato dubbi sul rispetto della normativa di legge circa “l’autonomia dei rami”.

Ma sopratutto sottolineano la necessità di garantire a lavoratori e lavoratrici le necessarie tutele e diritti: rispetto del contratto ABI, garanzie per eventuale rientro in azienda, garanzie per una contrattazione di II livello, garanzie per l’azzeramento della mobilità territoriale e, le OOSS delle Marche aggiungono, garanzie affinché le lavorazioni, anche in futuro, rimangano sul territorio marchigiano.

Garanzie per la tenuta occupazionale e per diritti per i lavoratori e valorizzazione delle loro professionalità, costituiscono i presupposti per un sistema del credito adeguato a rispondere ai bisogni dei cittadini, delle imprese, del territorio.