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Estorsione, arrestato nigeriano a Macerata

Ancona, la polizia aiuta una donna a recuperare i propri beni in casa
Ancona, la polizia aiuta una donna a recuperare i propri beni in casa

Nella giornata di venerdì personale della Squadra Mobile, diretta dalla Dott.ssa Maria Raffaella ABBATE, traeva in arresto per il reato di estorsione continuata un cittadino pakistano, classe 1986.

A seguito delle denunce sporte da due cittadini extracomunitari nigeriani è stato predisposto un mirato servizio di P.G. volto a cogliere in flagranza di reato il responsabile di una estorsione in atto in danno dei due soggetti lavoratori braccianti agricoli dipendenti di un’ azienda agricola.

L’attività posta in essere permetteva di accertare il reato ipotizzato da cui scaturiva l’arresto di A. G. residente in Provincia. Lo stesso, autista del mezzo che conduceva i lavoratori sul posto di lavoro, è stato trovato in possesso della somma di denaro estorta ai due denuncianti che si vedevano costretti a consegnarla all’arrestato poco prima dell’intervento di questa P.G. L’attività permetteva inoltre di procedere al sequestro di documentazione cartacea contabile. La somma in denaro recuperata è stata posta in sequestro così come anche il mezzo utilizzato dall’arrestato per condurre i braccianti a lavoro.  La complessa operazione di P.G. implicava l’identificazione di 19 soggetti extracomunitari, tutti impiegati per il lavoro di braccianti agricoli.

Il soggetto è responsabile di aver estorto ai due dipendenti, di nazionalità nigeriana, dalla loro retribuzione mensile pari a circa 600/700 euro netti, la somma di circa trecento/quattrocento euro mensili, a partire luglio 2019.

La richiesta estorsiva era supportata dalla minaccia diretta ai lavoratori che se non avessero ottemperato, avrebbero perso il lavoro.

Le due vittime sopportavano questa situazione dovendo affrontare grandi difficoltà economiche per sopravvivere dovute alle spese che erano costretti a sostenere: inviare denaro alla loro famiglia in Senegal e pagare il canone di locazione dell’appartamento in cui vivevano. I giovani ragazzi riuscivano a stento ad acquistare qualcosa da mangiare per poter sopravvivere. Disperati per la difficile situazione si rivolgevano alla Polizia e gli uomini della Squadra Mobile raccoglievano la testimonianza ed analizzavano la situazione. Gli operatori della Squadra Mobile, previe intese con il Procuratore Capo Giovanni GIORGIO ed il Sost. Procuratore BUCCINI, raccoglievano tutti gli elementi e predisponevano un servizio specifico diretto ad accertare i fatti cosicché personale in borghese seguiva l’uomo che andava a prelevare il lavoratore per recarsi a lavoro dietro la minaccia di restituire le somme. Nel frattempo a monitorarli vi erano altri uomini in borghese che assistevano alla consegna del denaro ad opera delle vittime, consegna fatta con banconote la cui matricola era già stata registrata dagli uomini della Squadra Mobile. Un’altra pattuglia seguiva gli spostamenti cosicchè bloccavano il furgone con a bordo l’uomo e lo perquisivano ritrovandogli la somma estorta e prelevata dallo stipendio dei giovani. Le banconote corrispondevano a quelle dello stipendio in quanto erano state annotate le matricole identificative. Tutti gli elementi raccolti consentivano, quindi, di arrestare in flagranza l’uomo che si era accompagnato per questa operazione criminosa al suo socio in affari, denunciato in stato di libertà. L’attività di polizia giudiziaria ha consentito, quindi, di acclarare una situazione sommersa ma di fondamentale importanza è stato il coraggio dimostrato dai giovani che hanno deciso di ribellarsi a questa situazione che potrebbe essere comune a molte altre persone.

Sono in corso ulteriori accertamenti finalizzati a verificare se il soggetto abbia agito in concorso con altri.