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Food economy, 3.000 imprese nelle Marche

Alimentaristi a lezione di etichettatura in vista dell’imminente formalizzazione del quadro sanzionatorio prevista per il prossimo 9 maggio.

La normativa sull’etichettatura, dichiara Giulia Mazzarini responsabile degli alimentaristi di Confartigianato, rappresenta da una parte un aggravio organizzativo per le piccole imprese ma allo stesso tempo è una opportunità per promuoversi e valorizzare il lavoro di ricerca e selezione delle materie prime che viene svolto quotidianamente da queste imprese sul territorio. E’ un modo per distinguersi ed informare il consumatore finale sulla qualità di ciò che sta acquistando.
Il seminario si è svolto ad Ancona, nell’ambito dell’intensa attività di formazione e promozione che Confartigianato organizza per il comparto alimentare.
“I prodotti della nostra tradizione alimentare vanno difesi e valorizzati, perchè la ricchezza economica del nostro Paese sta anche in queste eccellenze – dichiara Giulia Mazzarini Responsabile di categoria per la Confartigianato.” Basti pensare che sono 3.042 le imprese dell’artigianato alimentare delle Marche ( il numero maggiore 788 aziende operano in provincia di Ancona) secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confartigianato: pasticcerie, panifici, gelaterie, servizi di ristorazione, aziende produttrici di pasta, carne, latte e formaggi, olio, vini, birra, e tanto altro, che hanno nella qualità e nell’artigianalità della lavorazione il proprio elemento distintivo.
Gli artigiani e le piccole imprese infatti utilizzano materie prime locali e metodi di produzione tipici che ne sottolineano il legame con il territorio offrendo, anche grazie alla filiera corta, garanzia di qualità. La genuinità delle specialità artigiane fa bene alla salute, fa muovere l’economia e contribuisce a mantenere alta la bandiera del food made in Italy nel mondo. La ‘ricetta’ dei prodotti artigiani è il rispetto delle materie prime e delle tecniche di lavorazione tradizionali, e un’attenzione sempre più diffusa a soddisfare particolari esigenze dietetiche o legate a intolleranze alimentari della clientela”.