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Geo Barents ad Ancona, Msf attacca la scelta del Porto del Governo

Migranti

Dopo la scelta di far approdare la  Geo Barents ad Ancona, Juan Matias Gil, capomissione Medici Senza Frontiere, torna a puntare il dito contro la decisione del Governo di assegnare le navi umanitarie a porti distanti centinaia o migliaia di chilometri dal luogo dei salvataggio.

Le operazioni di barco dei migranti alla banchina 22 che aveva ‘ospitato’ anche nel gennaio scorso altre due navi – la stessa Geo Barents e anche la Ocean Viking con altri naufraghi salvati – si sono concluse verso le 14:45 con il tradizionale applauso e le urla di gioia dell’equipaggio per il ‘salvataggio’ completato.

“Un’altra volta ad Ancona, più di 1.500 km da dove abbiamo fatto il soccorso, con tanti porti prima e con tante cose che succedono in mare”, lamenta Gil che ricorda le circa 70 persone morte davanti alla Libia senza nessuno che potesse assisterle”.

“Questa – attacca – è una chiara conseguenze delle misure che il governo sta prendendo, mandando noi qui, altre barche a Ravenna, Civitavecchia, a centinaia di chilometri da quello che è accettabile. Queste politiche hanno un costo di vite umane”. Tra i 48 migranti arrivati a bordo della Geo Barents, riferisce il capomissione Msf, ci sono nove minorenni “molto colpiti dalla traversata. Hanno solo 14-15 anni, e non è quello che ci auguriamo per le giovani generazioni. Lo fanno con dolore, è una scelta forzata venire qui, non è quello che vorrebbero”. Per i naufraghi sulla Geo Barents, riferisce ancora Gil, fortunatamente “non ci sono grandi problemi medici”.