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Giornata regionale “Carlo Urbani”, l’intervento di Francesco Acquaroli

Carlo Urbani
Carlo Urbani

“L’amore verso il prossimo, l’importanza di dedicarsi agli altri, questo il messaggio che ha lasciato Carlo Urbani”, come ricordato dal presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, nel suo intervento conclusivo in occasione della Giornata Carlo Urbani, celebrata questa mattina nella prima parte della seduta del Consiglio regionale.

Acquaroli ha rivolto un pensiero e un ringraziamento alla famiglia Urbani che in questi anni ha tenuto vivo il ricordo del medico di Castelplanio, che riuscì ad identificare la Sars, e rimanendone vittima nel 2003.

“Carlo Urbani – ha detto Acquaroli – come lo definì anche il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, è stato un eroe dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e della Repubblica Italiana. Un figlio illustre della nostra terra che, attraverso il suo impegno scientifico, la sua abnegazione e il suo ultimo sacrificio, ha dato un contributo fondamentale alla popolazione mondiale, lasciando un’impronta che ancora oggi è forte e viva.

“Fin da giovane, Carlo Urbani ha dedicato se stesso agli ultimi. Una missione rinnovata per tutto il corso della sua vita, fino all’ultimo giorno. Impegnato nel volontariato locale, sempre legato alla sua terra, con la quale continuò a collaborare anche nei progetti internazionali che lo vedevano coinvolto. Ma con uno sguardo da sempre rivolto ai bisogni delle popolazioni povere di tutto il mondo. Aveva scelto di mettersi dalla parte della salute dimenticata e di lavorare per conseguire il diritto di accesso ai farmaci per le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo. Impegnato nel controllo delle malattie endemiche, il suo lavoro fu riconosciuto in tutto il mondo. Tanto che, nel 1999, come Presidente della sezione italiana di Medici senza frontiere, ritirò il Premio Nobel per la Pace”.

Il presidente Acquaroli ha poi ripercorso le ultime tappe della vita di Urbani: la partenza per il Vietnam nel 2000 per una lunga missione dedicata al controllo delle malattie parassitarie; il coraggio nel non tirarsi indietro di fronte al primo paziente colpito da una polmonite atipica, riuscendo a comprendere prima degli altri di trovarsi di fronte ad una nuova malattia; fino alla scoperta della SARS e da ultimo il suo sacrificio, che ha permesso di salvare migliaia di vite umane.

Il suo metodo anti-pandemia, realizzato nel 2003, rappresenta anche oggi per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, un protocollo internazionale di riferimento per combattere questo tipo di malattie. E grazie all’opera di Carlo Urbani il Vietnam è stato il primo Paese a poter dichiarare la SARS debellata.

“Esattamente 19 anni fa – ha proseguito Acquaroli – il 29 marzo 2003, dopo alcune settimane di quarantena, ci ha lasciati Carlo Urbani. E quella vicenda che a volte ci è sembrata forse molto lontana, accaduta dall’altra parte del mondo, ha coinvolto recentemente il nostro Paese e la popolazione mondiale. E mai quanto oggi, in questo momento storico, l’esempio di Carlo Urbani e il ricordo della sua azione, sono attuali e importanti.

“Ci ricordano il grande lavoro e l’indimenticabile sacrificio dei nostri operatori sanitari, che da due anni sono in prima linea, nei reparti e negli ospedali. Anche loro non si sono tirati indietro quando, ormai due anni fa, si sono trovati di fronte ad una malattia sconosciuta. Testimoniano, giorno dopo giorno, l’eroismo e l’altruismo di cui Carlo Urbani fu interprete. Rendono il migliore omaggio alla sua memoria”.