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Ideologia Gender ” Busilacchi: “Non esiste alcuna evidenza, occorre fare chiarezza”

Gianluca Busilacchi
Gianluca Busilacchi
Gianluca Busilacchi

ANCONA 29 OTT.  Una prospettiva di massima serietà e laicità, guardando i fatti e superando le ideologie. È quella con cui, secondo il Presidente del Gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Gianluca Busilacchi, vanno affrontati temi come l’educazione di genere negli istituti scolastici. Ad offrire l’occasione di intervento a Busilacchi è stata la mozione della minoranza – verso cui il capogruppo Pd ha espresso fin da subito la propria contrarietà – discussa oggi nella seduta dell’Assemblea legislativa delle Marche, sulla presa di posizione della Regione di fronte all’introduzione della ‘teoria gender’ nelle scuole e sulla delibera della Giunta regionale n.78 del 16 febbraio 2015.
Innanzitutto va chiarito che il presupposto da cui muove la mozione, cioè quello della presunta adesione della Regione Marche alla presunta teoria gender non sussiste – ha spiegato il capogruppo PD – poiché con la delibera 78/2015 venne esclusivamente firmata un’intesa con il Comune di Torino per finanziare corsi di formazione per dirigenti dell’area lavoro, non per dirigenti scolastici. L’iniziativa, per altro, scadeva il 31 maggio e non mi risulta che la Giunta ne abbia chiesto una proroga. Dunque, già non regge il primo pilastro su cui poggia la mozione.

 

In secondo luogo – ha proseguito Busilacchi –, visto che nell’atto della minoranza è stata citata la Costituzione, il fatto che si chieda alla Regione di dire cosa si debba insegnare nelle scuole e cosa no va contro lo stesso testo costituzionale, che riconosce, invece, la libertà di insegnamento. Per altro – ha ricordato il Presidente del Gruppo PD – esistono i POF, i piani dell’offerta formativa, su cui già ci sono confronti delle scuole con le famiglie degli studenti, per cui i genitori sono soggetti attivi su cosa viene insegnato ai propri ragazzi e cosa no.


Già questi dati sarebbero sufficienti per bocciare la mozione –
ha sottolineato Busilacchi –, ma non rifuggo gli elementi sostanziali della questione. Anche la vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli e il ministro per l’istruzione, Stefania Giannini hanno ricordato che nella legge di riforma della Buona Scuola la teoria gender non c’è. E non può essere da nessuna parte, perché la teoria gender non esiste, non ha fondamento scientifico, stando anche a quanto sostenuto dall’Associazione degli psicologi italiani. Gli unici – ha detto il capogruppo – che parlano dell’ideologia gender sono coloro che sono contrari a tale presunta ideologia, che la pongono nel dibattito creando confusione e infondate preoccupazioni nelle famiglie.

 

Gli autori di queste mistificazioni – ha incalzato il Presidente del Gruppo – confondono gli studi di genere, che esistono e che si occupano del ruolo degli uomini e delle donne nella società, con un’ideologia creata ad arte, per creare dei nemici. È, invece, opportuno, su un tema così delicato, fare massima chiarezza nei termini usati, lo dobbiamo alla società civile e ai nostri figli. Una chiarezza che manca in chi vuole far intendere che l’Organizzazione Mondiale della Sanità voglia portare avanti delle iniziative che la stessa OMS ha dichiarato a più riprese di non avere mai pensato.


Seminare paura e terrore rispetto a cose poco documentate – ha ricordato il capogruppo – sono una modalità dannosa verso chi intende, invece, contrastare le discriminazioni, favorire il rispetto e la tolleranza di tutti, a partire dalle minoranze. Anche il Consiglio regionale – ha concluso Busilacchi – deve guardare con rispetto e tolleranza gli altri. Letture e ideologie di parte non aiutano“.