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Imprese marchigiane, diminuisce il tasso di sopravvivenza

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Dal 2004 ad oggi il tasso di sopravvivenza delle imprese marchigiane, ovvero il numero delle imprese ancora in vita dopo 5 anni sul totale nate nell’anno di riferimento è passata dal 60,2%, terzi dietro al Trentino e all’Alto Adige, al 43, 6%, con una perdita di “solidità del tessuto imprenditoriale” di ben 13,4 punti, secondi in tale sgradevole classifica solo alla Sardegna.

 

Secondo il Centro Studi della CNA Nazionale il nostro territorio ha vissuto una progressiva contrazione di questo indice in particolare nel decennio della crisi produttiva, che ha colpito in maniera pesante il modello marchigiano imperniato sulla piccola impresa manifatturiera diffusa e capillare, particolarmente concentrata nei noti distretti del mobile e meccanica, piuttosto che pelli e calzature, tutte colpite dalla crisi.

 

Ne è scaturita appunto la perdita di tante realtà aziendali che hanno assottigliato l’albo camerale, con saldi annuali per categorie tra i nati e i cessati spesso fortemente negativi e l’aspettativa di vita imprenditoriale che si è ridimensionata in maniera più rapida rispetto ad altre zone d’Italia. Questo indice, che nei primi anni del nuovo secolo confermava il tasso di dinamismo e solidità imprenditoriale della regione più artigiana d’Italia in rapporto alla popolazione, oggi al netto del cosiddetto “rumore amministrativo” e prendendo in esame standard comuni a livello europeo, ci pone appaiati alle regioni del sud d’Italia ed impone una riflessione seria con interventi strategici urgenti, profondi e strutturali.

 

La CNA pone con forza il tema alla prossima amministrazione regionale, affinché sappia concertare con le rappresentanze degli interessi economici e sociali del territorio, al fine di riprendere ed affrontare con la giusta determinazione i nodi che hanno reso ancora più marcata nel nostro territorio una dinamica involutiva generale, caratterizzata dalla deleteria contrazione combinata della propensione all’autoimprenditorialità da un lato e dell’orizzonte di vita media aziendale dall’altro.

Infrastrutture, politiche attive del lavoro, accesso al credito, digitalizzazione ed innovazione, diversificazione economica sono solo alcuni titoli degli aspetti chiave che la CNA ha recentemente ribadito a chiare lettere al nuovo Presidente regionale, il quale a breve sarà chiamato a comporre una Giunta che ci auguriamo terrà conto di tutte le espressioni territoriali, prima che degli equilibri politici.