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Incendio stabile migranti, Luciani: Spinetoli pro immigrazione

Migranti

“Quando pensavamo che la situazione fosse divenuta tranquilla, che gli animi si fossero placati e i movimenti di pancia avessero lasciato il posto a confronti più sereni e a una risoluzione del problema, c’è stato qualcuno, un delinquente, che ha pensato bene di versare benzina sul fuoco per riaccendere le polemiche. E ci ritroviamo punto a capo”, così il Sindaco di Spinetoli, Alessandro Luciani, commenta il fatto gravoso dell’incendio della casa in via Tevere.

Nella giornata del 2 gennaio, il primo cittadino ha incontrato il Prefetto di Ascoli Piceno, insieme al Presidente della Provincia, il comandante dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Luciani ha ribadito anche in quella sede che Spinetoli è da sempre favorevole all’immigrazione, sottolineando che il 10% della popolazione è composta da immigrati regolari.

“I cittadini si sono sempre prodigati per favorire l’accoglienza, in questo momento però temiamo la rottura del tessuto sociale di generazioni di famiglie e questa tensione, cavalcata da alcune forze politiche, non aiuta. Spero che ci si dia un limite”.
Poi Luciani torna sulla casa di via Tevere, rimarcando di nuovo la non idoneità del posto – ché si trova a ridosso della Bonifica, una zona ad alta densità di spaccio e prostituzione – e il rischio della formazione di un ghetto di 50 persone in una casa.
“Come Amministrazione – continua il primo cittadino – continueremo a usare la linea della condivisione con il comitato, il Prefetto e le Forze dell’Ordine, sulla tematica dell’immigrazione. Cercheremo di far cambiare idea a chi strumentalizza e chi la pensa diversamente. L’ immigrazione è sempre stato un dato di fatto, siamo tra uno dei mille Comuni italiani (su 8 mila) a essere stati scelti per l’accoglienza, il nostro unico obiettivo è l’integrazione”.
Il Sindaco, inoltre, dopo aver chiesto più volte al comitato di togliere gli striscioni, dal 3 gennaio, con una presa d’atto farà sì che questi saranno rimossi tutti, non solo su proprietà pubbliche ma anche sulle private. “Ci dissociamo da ciò che è accaduto e ripristineremo la normalità. Chiediamo, inoltre ai membri del comitato di tenere un tono basso. Lo ribadisco, il focolare stava scemando, eravamo riusciti a tranquillizzare i cittadini e in maniera pacata si stavano cercando delle possibili soluzioni”. L’adesione allo Sprar rimane una di queste, e per l’Amministrazione di Spinetoli garantirebbe per un’immigrazione regolata, un’accoglienza dignitosa e l’integrazione.
“Il metodo è stato sbagliato – conclude Luciani – il Cas da 50 posti in un luogo non idoneo ha fatto scaturire la rabbia dei cittadini. Questo è quanto. L’ho già detto in altre occasioni, è facile riempirsi la bocca di parolone come razzismo, quando non si ha il compito di amministrare una città e si deve tener conto anche delle esigenze dei cittadini. È facile urlare e puntare il dito quando non si conoscono i fatti, quando non si appura nemmeno se i requisiti della struttura c’erano o no. E sia per la posizione sia per l’abitabilità i requisiti non c’erano. Ciò è un segno incontrovertibile che a certe forze politiche non interessa né il tessuto sociale di una città, né il destino di 50 immigrati stipati in una casa”.
Ad oggi, a seguito dell’incendio, la casa risulta anche inagibile. L’Amministrazione rimane in attesa dei risultati delle indagini.