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La denuncia | Mobilità docenti 2020 e il blocco quinquennale

Concorso pubblico (immagine di repertorio)

Il giudice del lavoro del tribunale di Palmi a Reggio Calabria ha accolto il ricorso di un docente bloccato per il prossimo quinquennio e ha ammesso il docente a presentare, entro il termine di scadenza previsto per il 21 aprile, domanda di mobilità 2020/2021.

Tale giudice, letto il ricorso d’urgenza ex art.700 del codice di procedura civile avverso il blocco della mobilità docenti per un quinquennio, rilevato che la scadenza dei termini della mobilità era fissata al 21 aprile 2020 e, non essendoci i tempi tecnici per la fissazione dell’udienza prima della scadenza della presentazione delle domande di mobilità docenti, ha obbligato l’Amministrazione di consentire al ricorrente di partecipare alla procedura della mobilità 2020/2021 con riserva.

Anche un giudice del lavoro del tribunale di Verona è stato dello stesso avviso.

Le norme contrattuali non prevedono, infatti, il blocco quinquennale e il Ministro Azzolina non ha concesso ai sindacati di riaprire il CCNI mobilità personale docente per concertare la questione del blocco dei trasferimenti per alcuni degli immessi in ruolo dal 1° settembre 2019.

Tale blocco è stato introdotto da una norma nata solo dopo la pubblicazione del bando 2018 e successiva all’espletamento di molte procedure concorsuali.

Ad eccezione dello sindacato Snals di Ancona, nella persona del vice segretario di ancona, Francesco Falcioni, che si è subito interessato e attivato sia telefonicamente che per e-mail nel sostenere la causa degli insegnanti che hanno vinto il concorso, le altre rappresentanze sindacali restano per ora irraggiungibili e impegnate in altre questioni per loro prioritarie.

La ministra Azzolina si è limitata a reintrodurre il blocco quinquennale per la mobilità territoriale e per la mobilità annuale con utilizzazione ed assegnazione provvisoria. Visto che il Governo non cambia la norma, molti docenti l’hanno impugnata in tribunale.

Gli insegnanti hanno la sensazione di essere braccati, oltre che bloccati per un lustro, e di non essere protetti come categoria professionale dal Governo.

Inoltre, all’interno della stessa categoria professionale si applicano restrizioni inique e ingiustificate: per i colleghi che hanno sostenuto lo stesso concorso a cattedre del 2018 ma, che per operosità delle singole commissioni di esame sono riusciti ad entrare di ruolo prima (01/09/2018) è consentita la possibilità di richiedere il trasferimento, mentre quelli, primi nelle graduatorie delle classi di concorso, immessi in ruolo in data 01/09/2019 non possono. Quanto ancora durerà questa disorganizzazione e confusione normativa?

“In questi giorni di isolamento per il Covid-19 – spiegano alcuni insegnanti – stiamo però ricostruendo un sentimento di solidarietà tra colleghi. Il nostro isolamento forzato ci sta insegnando che senza l’altro, senza fratellanza, nessuno si salva.

Stiamo facendo una cosa che non avremmo mai pensato di fare: incontri e dibattiti in Skype, articoli di denuncia, gruppi WhatsApp per i ricorsi, riunioni su Google Meet e Zoom. Ci attiviamo, resistiamo e cerchiamo in noi il coraggio e la forza per migliorare questa situazione. Non neghiamo l’orrore di questo blocco quinquennale, ma stiamo cercando soluzioni costituzionali e questa rinnovata alleanza tra docenti ci fa bene sperare per il futuro.

Speriamo però che il Governo risponda in tempi brevi alle necessità del suo corpo docente.”

Cristiana Lancioni