Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento, indagini preliminari, fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile, ed al fine di assicurare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito, si comunica che proseguono senza sosta da parte degli investigatori della Squadra Mobile le attività di indagine nei confronti dei complici del cittadino esteuropeo individuato come principale responsabile delle rapine, anche violente, perpetrate dall’inizio del mese di febbraio ai danni di cittadini in transito nel quartiere costiero di San Tommaso e nelle aree confinanti con lo stesso del comune di Porto Sant’Elpidio.
Indagini certosine per dare un volto ed un nome ai supporter del trentenne accompagnato dalla Polizia di Stato la sera dell’8 febbraio ad un Centro di Permanenza per il Rimpatrio dopo la sua identificazione e la “caccia all’uomo” a seguito della quale è stato rintracciato e bloccato nei pressi della sua abitazione.
Una tessera alla volta, con pazienza ma tenacia, gli investigatori stanno identificando i partner delle sue azioni delinquenziali ed i primi a cadere nella rete sono due soggetti noti agli operatori della Squadra Mobile; sì perché le attività di polizia giudiziaria non possono in alcun modo prescindere dalla conoscenza acquisita sul territorio, dall’esame delle dinamiche criminali e dalle usanze comportamentali dei delinquenti stanziali.
Una donna ed un uomo dimoranti nel quartiere costiero fermano sono i primi due soggetti concorrenti nei reati ed in particolare in una delle prime rapine commesse dal trentenne.
Nello specifico, la vittima della rapina, un cittadino anziano, è stata una prima volta avvicinata dalla donna la quale ha finto di chiedere alcune informazioni e con atteggiamenti benevoli lo ha abbracciato sfilandogli dalla tasca della giacca un portadocumenti che probabilmente sperava contenesse denaro ma nel quale erano custoditi solo alcuni fogli di carta. Delusa dell’esito della sua azione, ha informato probabilmente alcuni soggetti gravitanti nel quartiere i quali si sono messi a seguire per strada l’anziano.
Dopo averlo raggiunto lo hanno dapprima bloccato, poi strattonato e gli hanno sottratto il portafogli contenente alcune decina di euro per poi lascarlo a terra.
Il più possibile immediato l’intervento della Volante che ha prestato ausilio al malcapitato, richiesto l’intervento di personale sanitario il quale ha prestato all’anziano le prime cure senza necessità di accompagnarlo in ospedale, e ricostruito sommariamente le fasi dei due reati susseguitisi in breve tempo.
Da quei primi elementi sono partite le indagini della Squadra Mobile che hanno consentito, in breve tempo, di identificare la donna, per il furto, il trentenne esteuropeo ed il suo complice, un quarantenne africano gravitante nella stessa zona e noto per aver commesso reati anche contro il patrimonio, e di segnalarli alla Procura della Repubblica.
Riprendendo il concetto della conoscenza delle dinamiche criminali della zona costiera fermana, la stessa donna della quale si è parlato è ritenuta la responsabile, tra gli altri, di un analogo delitto commesso un mese fa ai danni di un’altra persona in transito nello stesso quartiere.
Analoghe modalità, ormai un suo cliché, avvicinarsi alla vittima con una scusa ed occhi languidi e dopo aver ottenuto le indicazioni di cui aveva fittiziamente riportato di aver bisogno, abbracciarla per simulata riconoscenza e sfilarle il portafogli nel quale vi erano poche banconote ed alcune carte di debito e di credito che la autrice del furto ha passato a dei complici che hanno provato, presso gli sportelli bancomat di alcuni istituti di credito, ad utilizzare per effettuare dei prelievi, senza tuttavia riuscirvi.
Anche per questo furto la donna è stata denunciata alla Procura della Repubblica come lo sono stati i soggetti, successivamente identificati dalla Squadra Mobile che hanno effettuato gli inutili tentativi di prelievo.
Con l’occasione, preme ricordare ancora una volta di non tenere assolutamente foglietti con i codici per i prelievi all’interno del portafogli nel quale sono custodite le carte di credito e di debito.
Una delle modalità più semplici, conosciute ed attuate ormai da moltissime persone, è quella di memorizzare i codici sul cellulare, abbinandoli ad un nominativo nella rubrica e dando loro l’apparenza di un reale numero di telefono.
In caso di sottrazione del cellulare i tentativi dei delinquenti determinerebbero il blocco della carta e, di conseguenza, l’inutilizzabilità della stessa.
Alla maggior parte delle azioni criminali predatorie e possibile inventare una misura, una controffensiva, per limitare i danni; anche questa è prevenzione.