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Merce contraffatta, svolto convegno a Fermo di Unioncamere

Merce contraffatta
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Merce contraffatta

FERMO 22 LUG. Falso made in Italy. Prodotti taroccati o contraffatti. Un commercio che nelle Marche sottrae all’economia legale oltre il 10 per cento del mercato e movimenta quasi 300 milioni di euro. Colpisce per il 60 per cento il settore moda, seguito da quello derivante dalla pirateria musicale, audiovisiva e software, dei giocattoli, dei farmaci, dei cosmetici. Il 50 per cento del fatturato si riferisce a prodotti di abbigliamento, moda e accessori. Di questi falsi il 70 per cento sono borse, il 20 per cento piccola pelletteria, il 10 per cento valigeria. Se ne è parlato durante il convegno di Fermo su “Legalità e Sviluppo”, organizzato da Unioncamere Marche in collaborazione con Libera e Legambiente. Il Presidente Di Battista ha descritto il senso dell’incontro, che è quello di sensibilizzare il mondo economico, imprenditoriale e la Società civile ai valori di Legalità e Giustizia. “Due prodotti contraffatti su tre – ha affermato – vengono dalla Cina, soprattutto vestiario e calzature. Dalla Turchia proviene la metà dei profumi e cosmetici contraffatti mentre dall’Egitto arriva il 35 per cento del falso made in Italy alimentare. Nella nostra regione l’industria del falso è un fenomeno in crescita, procurando notevoli danni a chi rispetta le leggi e ai consumatori ai quali fa correre rischi per la salute e la sicurezza. Da tempo come sistema camerale siamo impegnati per combattere la contraffazione e favorire la tracciabilità dei prodotti. Con una nuova cultura, tutti insieme possiamo farcela”. Al convegno presente il sindaco di Fermo, Calcinaro che ha accennato alla piaga dei reati predatori e ha aggiunto “che il Comune di Fermo, nell’ultimo bilancio, ha previsto un fondo con cui finanziare meccanismi di difesa del territorio fermano avverso tali specifici reati”. Il Prefetto Mara di Lullo ha illustrato l’impegno delle istituzioni che non cessano mai la propria attività di cura e tutela del territorio locale mentre l’assessore Regionale Fabrizio Cesetti, ha sottolineato come nel Fermano ci sia una buona attività di repressione della criminalità. Ha inoltre fatto breve cenno, alla “nuova” mafia, intesa non più come quella delle stragi, ma piuttosto come quella che, subdolamente, si infiltra negli interessi economici e nelle economie locali. Massimo Silvestrini (provincia di Fermo) ha sottolineato come la percezione dell’Illegalità sia aumentata negli ultimi anni e che, in merito, acquista particolare importanza la diffusione della cultura legalità nelle scuole superiori. Dalla contraffazione alla criminalità organizzata il passo è breve. I relatori, compresa la responsabile di Libera Marche, Paola Senesi, hanno denunciato l’infiltrazione nell’economia marchigiana di organizzazioni malavitose. Organizzazioni che hanno scelto le Marche per investire e riciclare denaro sporco, acquistando immobili, terreni e imprese locali. Erano 58 i beni confiscati alla mafia nelle Marche alla fine del 2015. In decisa crescita rispetto al 2013 quando i beni espropriati risultavano 21. Nel dettaglio sono stati sottratti alla criminalità organizzata 37 immobili e tre aziende nella provincia di Pesaro Urbino, mentre Ad Ascoli Piceno i beni confiscati sono stati 9, ad Ancona 5. Nel 2015 sono stati inoltre confiscati 3 immobili nel fermano e 1 nel maceratese. Uno schiaffo alla legalità ed un colpo alle imprese che operano seguendo le regole, vengono anche dai reati ambientali come lo smaltimento illecito dei rifiuti e l’abuso edilizio. Reati in crescita nella nostra regione, come ha ricordato il presidente di Legambiente Marche Francesca Pulcini. Nel 2015 sono stati accertati nella nostra regione 141 abusi edilizi rispetto ai 129 dell’anno precedente. In aumento anche i reali legati al ciclo dei rifiuti, passati dai 183 del 2014 ai 215 dell’anno scorso di cui ha parlato Antonio Pergolizzi snocciolando numeri impressionanti sul malaffare riconducibile all’ecomafia. In precedenza Francesca Palma, presidente dell’Ordine degli avvocati di Fermo ha parlato di una Regione e di una Provincia, il Fermano, che “ha un alto senso della legalità e cultura del lavoro, nonché profondo senso delle Istituzioni. Nonostante ciò non siamo immuni da possibili infiltrazioni malavitose. Non è più possibile – ha concluso – che i nostri imprenditori possano confrontarsi con chi non rispetta le regole”. Concetto fatto proprio da Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche, che ha argomentato sulla necessità di superare l’emergenza reale “Partendo dalla ricostruzione di un tessuto sociale capace di far crescere la legalità”. In chiusura i presenti hanno ascoltato la testimonianza di Riccardo Tarantini, un uomo che da sempre combatte, pagando di persona, la microcriminalità non solo locale, di cui il presidente Palma ha tessuto gli elogi invitando i presenti “A ripartire dalla testimonianza di Tarantini che possiamo fare nostra – ha finito – per ripartire e insieme fare di più e meglio di quello che è stato fatto, per imporre la legalità”.