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Morti sul lavoro: quasi 100 decessi al mese

“La cronaca degli ultimi due giorni ci ha purtroppo catapultati nel cuore sanguinante dell’emergenza morti bianche nel nostro Paese: in due giorni ci sono state oltre dieci vittime da Nord a Sud del Paese. E la conferma dello stato drammatico di questa piaga, arriva con gli ultimi dati sul numero dei decessi da gennaio ad agosto: 772 vittime nel 2021. Numeri raccapriccianti che forniscono alle statistiche una media mensile drammatica della mortalità: quasi 100 vittime. Il 10% sono donne: madri, figlie, mogli e sorelle strappate alle loro famiglie”.

Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, inizia così l’esplorazione dell’ultima indagine elaborata dagli esperti dell’Osservatorio mestrino che va oltre i numeri assoluti, preoccupandosi da sempre di far emergere il rischio di mortalità tra i lavoratori regione per regione. E lo fa con una zonizzazione a colori. Per fotografare, alla stregua della pandemia, l’emergenza morti bianche in Italia.

 

E così a finire in zona rossa nei primi otto mesi del 2021 con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio pari a 27,1 morti ogni milione di lavoratori) sono: Puglia, Campania, Trentino Alto Adige, Basilicata, Umbria, Molise, Abruzzo e Valle D’Aosta.

In Zona Arancione: Piemonte, Marche e Friuli Venezia Giulia.

In Zona Gialla: Lazio, Calabria, Emilia Romagna, Sicilia e Veneto

In Zona Bianca: Toscana, Lombardia, Liguria e Sardegna

(sul sito vegaengineering.com sono disponibili i grafici e i dati).

I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO IN ITALIA

 

Mentre, come spesso accade, quando si vanno a rilevare i numeri assoluti dei decessi, la mappatura cambia. Campania, a parte. Perché, oltre ad essere in zona rossa è anche la seconda regione per numero di vittime in occasione di lavoro.

 

Da gennaio ad agosto 2021, infatti, i decessi registrati in Campania sono 72, seconda solo alla Lombardia che ne conta 73. Seguono: Lazio (60), Piemonte (58), Emilia Romagna (53), Puglia (52), Veneto (48), Sicilia (30), Toscana (28), Abruzzo (27), Trentino Alto Adige e Marche (17), Friuli Venezia Giulia e Umbria (15), Molise e Liguria (12), Calabria (11), Sardegna (9), Basilicata (8), Valle D’Aosta (3).

Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia.

 

Da gennaio ad agosto del 2021 sono 772 le vittime sul lavoro registrate in Italia; di queste, sono 620 (– 9,5% rispetto al 2020) quelle rilevate in occasione di lavoro, mentre 152 (+ 10% rispetto al 2020) sono quelle decedute a causa di un incidente in itinere. Rispetto a fine luglio 2021, ci sono 95 vittime in più nel mese di agosto, nonostante proprio agosto sia il mese delle diffuse e prolungate pause estive dell’Italia che lavora.

Ancora il settore delle Costruzioni quello che conta il maggior numero di lavoratori deceduti (72 dall’inizio dell’anno, 8 in più rispetto a luglio).

 

Seguono: Attività Manifatturiere (60), Trasporto e Magazzinaggio (58 vittime da inizio anno), Commercio, Riparazione di autoveicoli e motocicli (40), Amministrazione Pubblica e Difesa (18).

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 45 e i 64 anni (442 su un totale di 620).

 

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nei primi otto mesi del 2021 sono 61 su 620.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio ad agosto del 2021 sono 85.

Il lunedì continua ad essere il giorno in cui si è verificato il maggior numero di infortuni nei primi otto mesi dell’anno.

 

*La pandemia ci ha obbligati da diversi mesi a vivere l’Italia “a colori”. Ma ci ha anche insegnato che i colori possono raccontare l’emergenza in modo più semplice ed efficace. Per questo l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre – che da oltre un decennio elabora indagini statistiche sulle morti bianche nel nostro Paese – ha deciso di utilizzare gli stessi colori per descrivere in modo più leggibile e incisivo le tragedie che si consumano nella quotidianità lavorativa. Si tratta, dunque, di una zonizzazione sulla base della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, parametrata su un’incidenza media nazionale (Im=27,1).