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Pedemontana Marche: presa di posizione della Regione sull’eterna incompiuta

“5 milioni di euro per la progettazione, 20 per la realizzazione del primo tratto, richiesti ulteriori 175 da inserire nel prossimo contratto di programma Ministero-ANAS. Sono i fatti concreti avviati dall’assessorato alle Infrastrutture per sbloccare un tratto significativo della Pedemontana delle Marche a cavallo delle province di Pesaro Urbino e Ancona, opera fondamentale per il rilancio dei territori interni a nord delle Marche, che in 23 anni ha prodotto solo piloni che spuntano in mezzo ai campi coltivati e strade che finiscono nel nulla”.

È il commento dell’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli intervenuto all’Assemblea Legislativa in merito alla situazione del tratto stradale tra Sassoferrato e Cagli, una strada abbandonata a sé stessa dal lontano 1999, a pochi passi da una delle incompiute più famose del Centro Italia. “12 km di vergogna tra Campo dell’Olmo di Fabriano e la Zona Industriale Berbentina di Sassoferrato, i cui primi cantieri risalgono a più di mezzo secolo fa”.

“Stupisce – aggiunge Baldelli – la mancanza di pudore da parte degli esponenti della minoranza, che oggi si ergono a paladini in difesa dell’entroterra. Lo stesso entroterra che, fino a ieri, hanno desertificato e spogliato dei servizi essenziali, come ospedali, scuole e collegamenti stradali, delle comunità dei territori interni”.

Il sistema di pedemontane e intervallive funziona come ‘autostrada dei territori interni’ ed è efficace per la creazione di una rete di collegamenti che siano in grado di intercettare i flussi da e per le grandi arterie stradali: dalla Fano-Grosseto alla Salaria, passando per la Quadrilatero Ancona-Perugia e Civitanova-Foligno. Il Masterplan delle infrastrutture stradali considera inoltre prioritario il collegamento della SS76 ‘Quadrilatero’ Ancona-Perugia con la E78 Fano-Grosseto, mediante il completamento della Pedemontana delle Marche tra le province di Ancona e Pesaro Urbino.

“Abbiamo chiesto e ottenuto dal Ministero delle Infrastrutture – ha precisato l’assessore – il finanziamento dell’aggiornamento del progetto definitivo e della redazione del progetto esecutivo, per un totale di 5 milioni di euro, a cui si aggiungono, quale co-finanziamento per la realizzazione, ulteriori 20 milioni, oltre alla richiesta di altri 175 milioni da inserire nel prossimo accordo di programma Ministero-Anas. Passi concreti per un rilancio dei territori interni che non può prescindere da una strategia che parta dagli investimenti in infrastrutture, pre-condizioni allo sviluppo di comunità fino ad oggi ingannate dai fuochi fatui di interventi spot, che possono abbagliare in un primo momento ma, alla lunga, sono destinati a spegnersi presto”.

Prova ne sono i limiti evidenziati dalla strategia nazionale delle aree interne (SNAI), nata come progetto pilota per frenare lo spopolamento dei comuni dell’entroterra, oggi rivelatasi incapace di arginare l’emigrazione dei giovani e la desertificazione dei territori interni.

“Le comunità della fascia subappeninica – ha osservato Baldelli – meritano servizi primari e non elemosine per giustificare la sostituzione di servizi essenziali – ospedali, collegamenti stradali e scuole – con servizi di serie B. Il lavoro, gli investimenti dei privati ed il ripopolamento di centri ricchi di bellezze che ci invidiano in tutto il mondo, dipendono solo dalla dotazione infrastrutturale. Non possono essere generati dai 30mila euro in 7 anni previsti per ogni singolo Comune che aderisca alla SNAI al costo di rinunciare a servizi chiave per i propri cittadini. La stessa strategia andrà rivista dalle fondamenta, come sottolineato nella riunione SNAI del 22 giugno scorso, dove si è ribadito che il timone passerà in mano alle singole Regioni: indiretta ammissione della scarsa efficacia delle politiche di sostegno fin qui adottate per tentare di arginare il calo demografico. Noi siamo pronti, grazie alla costituzione, per la prima volta in Regione Marche, di un ufficio organizzato dall’assessorato alle Infrastrutture interamente dedicato alle strategie per il rilancio di comunità abbandonate e impoverite dalla miopia dei governi che ci hanno preceduto”.