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Polizia prende pirata della strada ad Ascoli

Anziana telefona alla Polizia per ricevere conforto e lo trova
Polizia (Foto d'archivio)

La Polizia di Stato ha assicurato alla giustizia il pirata della strada che ieri a Centobuchi, mentre stava guidando la sua auto, ha travolto un ciclista 59enne, deceduto sul colpo. Sul luogo del sinistro, avvenuto nel tardo pemeriggio, è intervenuta una pattuglia della Sezione Polizia Stradale di Ascoli Piceno, che stava perlustrando qualla zona nell’ambito del dispositivo dei controlli predisposti dalla Questura ascolana per impedire la diffusione del COVID-19 e, nel contempo, monitorare il flusso di veicoli con a bordo il popolo della movida.

I poliziotti hanno trovato sul selciato, in corrispondenza del luogo dell’impatto tra la bici e l’auto, alcuni frammenti bordeaux lasciati dall’auto investitrice, tra cui quelli di uno spoiler. Partendo da lì gli investigatori, coordinati dal dr. Gabriele Quaranta, Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, hanno raccolto altre informazioni e messo insieme uno ad uno i pezzi del mosaico, scorgendo pure alcune telecamere, tra cui una installata dal comune di Monsampolo del Tronto, con l’occhio puntato verso via Colombo.

Il Sindaco è stato avvisato di quel tragico evento e a quel punto, nella sua veste di Autorità Locale di Pubblica Sicurezza, si è subito adoperato per fornire le immagini ai poliziotti. Nel frattempo sono stati effettuati altri accertamenti e sentiti sul posto alcuni testimoni, che transitavano da lì al momento dell’impatto.

La pista da seguire era quella di un’auto bordeaux, con il parabrezza danneggiato a causa del violento impatto. La Polstrada ha visionato attentamente tutte le immagini registrate delle telecamere, trovando l’ultimo pezzetto che mancava nella ricostruzione del complicato puzzle. Quel tassello era il fotogramma nitido di una Dacia Sandero bordeaux, proprio con il parabrezza introflesso e la targa ben visibile. I poliziotti hanno consultato le banche dati e sono risaliti all’intestatario del veicolo, un familiare del conducente, quest’ultimo poi rintracciato a casa. E’ un 27enne residente nel marchigiano che, sottoposto alla prova dell’etilometro, è risultato positivo, con un tasso alcolemico pari a 1,49 gr./l. I poliziotti hanno pure proceduto nei suoi confronti agli accertamenti ematici, al fine di vertificare se avesse assunto anche droghe. Gli esiti si avranno nei prossimi giorni e l’uomo, ora, si trova in stato di arresto, con l’accusa di omicidio stradale. Durante le fasi della cattura lui è stato assistito dal suo legale di fiducia e la Polstrada ha depositato in Procura un corposo dossier sull’attività di polizia giudiziaria espletata, per la successiva convalida.

Il monitoraggio del popolo della movida nella provincia di Ascoli Piceno si è concluso nelle prime ore di stamane. Tanta gente in giro, molti giovani che si sono riversati in piazza anche perché sono ancora chiusi cinema, palestre e discoteche. Su input della Prefettura di Ascoli Piceno le operazioni su strada sono state coordinate dalla Questura, con Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizie Locali impegnate a richiamare l’attenzione di tutti sui rischi che si corrono se non si osservano le distanze di sicurezza e non si usano correttamente le mascherine, specialmente nei luoghi al chiuso, ove è obbligatorio metterle. In campo è scesa anche la Polizia Scientifica, con appositi team che hanno ripreso con foto e telecamere le varie fasi in cui si è svolta la movida, soffermandosi a documentare quanto accaduto davanti ad alcuni locali di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto non solo in pieno centro storico e sul lungomare, ma anche in altre zone periferiche. Gli agenti della Squadra Investigativa della Divisione Polizia Amministrativa sono già al lavoro per presentare un dettagliato report al Questore, intenzionato a  mostrare il cartellino rosso dell’articolo 100 del TULPS, con la conseguente chiusura del locale, ai gestori che nei giorni scorsi, pur avendo ricevuto il cartellino giallo dell’invito a lavorare in linea con i protocolli sanitari, lo hanno lasciato cadere nel vuoto, creando così una situazione di pericolo per la sicurezza e la salute delle persone.