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PRECARI PROVINCE, SINDACATI CHIEDONO UNA PROROGA

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Foto di repertorio

cgil_cisl_uil_bandiereANCONA 25 MAR.  Con una formale richiesta indirizzata al Vice Presidente della Giunta Regionale Antonio Canzian, i Segretari regionali di FP CGIL – FP CISL – FPL UIL – Pertoldi Talevi Santini – hanno chiesto la convocazione del “Tavolo Autonomie Locali” istituito a seguito della sottoscrizione del “protocollo d’intesa” in materia di riforme istituzionali ed approvato con Delibera  della Giunta Regionale  n° 1265 di data 10.11.2014.

 

La legge di stabilità (Legge 23 dicembre 2014 n. 190 all’art. 1 –  comma 429) allo scopo di consentire il regolare funzionamento dei servizi per l’impiego e l’attuazione della “Garanzia per i giovani”, ha previsto che le Province che continuino ad esercitare le funzioni ed i compiti in materia di servizi per l’impiego e politiche attive del lavoro,  possano finanziare i rapporti di lavoro a tempo indeterminato e prorogare i contratti di lavoro a tempo determinato e i contratti di collaborazione coordinata e continuativa.

 

A ciò si aggiunga che il Ministero del Lavoro con circolare di data 9 marzo 2015 ha specificato le modalità di accesso ai fondi previsti dalla legge di stabilità per l’anticipazione alle Province degli oneri per il personale.

 

Le organizzazioni sindacali di categoria CGIL CISL UIL hanno quindi  sollecitato la convocazione del Tavolo delle Autonomie Locali al fine di dare attuazione a quanto previsto dalla normativa ed assicurare la proroga dei rapporti di lavoro a termine che interessano circa 200 lavoratori nelle Marche.

 

Alla Regione Marche chiediamo di esercitare un ruolo di “coordinamento” al Tavolo delle Autonomie Locali al fine dell’adozione di criteri omogenei da parte delle province alle quali è data la possibilità  di prorogare i rapporti dei lavoratori precari, prevalentemente concentrati nei centri per l’impiego.

In attesa di una riorganizzazione del  sistema non si può depotenziare la rete di servizi per il lavoro esistente. Occorre prorogare i contratti dei precari che oggi operano presso i centri per l’impiego, garantendo un servizio che va certamente potenziato e qualificato ma che comunque deve essere effettuato.