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Progetto Miti’, controlli per un’estate sicura nelle Marche

ANCONA 7 LUG.  Obiettivo: estate sicura. E’ questo il fine dei controlli integrati del territorio della Polizia che sta sviluppando giorno dopo giorno il progetto “Mitì”.

Da questa settimana, infatti, sono oltremodo aumentate le pattuglie della Polizia, di tutte le articolazioni della Questura, costantemente coadiuvate dalla presenza degli equipaggi specializzati del Reparto Prevenzione Crimine Marche Umbira.

Importante anche l’implemento dei controlli orario serale notturno: controllati tutte le zone cittadine e delle località turistiche interessante dalla movida, controllate strade, piazze, aree pubbliche, locali, senza tralasciare tutti gli obiettivi sensibili del capoluogo che richiedono una vigilanza capillare e mirata.

E nulla viene tralasciato: nella fitta rete di controlli, di pattuglie che si muovono sinergicamente e contemporaneamente nulla sfugge.

Così come l’intervento occorso questa notte in via Flaminia quando una pattuglia della Squadra Volante notava un’autovettura parcheggiata con a bordo un uomo e una donna che discutevano animatamente.

Nel transitare gli agenti illuminavano con i fari l’abitacolo al cui interno la donna tentava di nascondere il volto mentre l’uomo al volante fingeva di utilizzare il telefonino.

Intuito che qualcosa di strano stesse accadendo, i poliziotti scendevano e identificavano i due: marito e moglie residenti in provincia di Napoli, lui classe 1974, lei classe 1982, entrambi privi di documenti atti all’identificazione.

Il guidatore declinava un nome e un cognome che controllato al terminale dava esito positivo facendo emergere precedenti e condanne per reati contro il patrimonio, in particolare furti in abitazione.

Marito e moglie non erano in vacanza nelle Marche, non avevano alcuna prenotazione turistica, non avevano alcun interesse né familiare né lavorativo ad Ancona: controllato il veicolo, nel portabagagli dell’utilitaria, sotto una coperta vi erano alcuni cacciaviti di varie forme e lunghezze, un arnese tipo piede di porco e un martello e vari grimaldelli, attrezzi di cui non davano alcuna spiegazione plausibile sul possesso, visto che entrambi erano disoccupati e non avevano mai svolto alcun lavoro di carpenteria o simile.

Accompagnati presso gli Uffici della Questura venivano sottoposti ai rilievi fotodattiloscopici che confermavano le generalità della donna confutando, invece quelle dell’uomo che aveva fornito agli agenti un nome di un suo parente.

Peccato che entrambi avessero la stessa fedina penale, macchiata di condanne per furto in abitazione.

Entrambi venivano denunciati per porto abusivo di arnesi atti allo scasso

Da un controllo accurato gli agenti scoprivano inoltre che gli era stata sospesa la patente di guida. Veniva quindi denunciato e il mezzo sottoposto a sequestro amministrativo.