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Prosa fuori dal Teatro delle Muse con attori in teche

Prosa fuori dal Teatro delle Muse con attori in teche

Il ritorno della prosa: L’attore nella casa di cristallo. Performance inedita nel piazzale del Teatro delle Muse di Ancona con attori rinchiusi in grandi teche trasparenti.

Fino a domenica 28 giugno 2 spettacoli ogni sera.

Da ieri  – giorno di “riapertura”  nazionale-    Ancona riabbraccia la prosa e lo fa con uno spettacolo, breve, intenso e significativo in un luogo inedito, adeguato alle misure di  distanziamento imposte in questa fase, e sicuramente ricco di fascino, quello del piazzale del Teatro delle Muse.

Da un’idea di Velia Papa,  Marche Teatro propone al suo pubblico una sua produzione originale e suggestiva, L’attore nella casa di cristallo,   testo e regia di Marco Baliani,  da un’idea di Velia Papa, scenografia e luci Lucio Diana, costumi Stefania Cempini.

Fino a domenica 28 giugno con  due spettacoli serali alle ore 21 e alle 21,45  due attori/attrici simbolicamente rinchiusi ciascuno dentro una grande teca trasparente, offriranno la propria arte al pubblico, in una performance che rappresenta perfettamente l’attuale condizione del mondo del teatro in cui artisti e pubblico devono rigorosamente mantenersi separati.

Gli attori in scena saranno due per ogni serata e si alterneranno: Petra Valentini / Michele Maccaroni 15-17-19-21-24-26-28 giugno; Eleonora Greco / Giacomo Lilliù 16-18-20-23-25-27 giugno (riposo il 22 giugno).

Lo spettacolo immagina un futuro distopico in cui il teatro è stato abolito per far spazio a più sani divertimenti  “capaci di contribuire alla crescita del Prodotto Interno Lordo”. Gli attori vivono rinchiusi in case trasparenti ed esposti allo sguardo del pubblico.   Nella loro condizione di totale solitudine,  non resta che ripetere ciò che ricordano del loro antico mestiere: brandelli di testo, passi di danza, brani di canzoni, per non perdere la memoria e per sperare di poter tornare presto al tempo in cui i teatri erano colmi e gli attori gratificati dagli applausi.

Il pubblico potrà assistere in numero limitato in ottemperanza alle vigenti prescrizioni, alla performance che- lo ripetiamo-  sarà ripetuta due volte a sera; agli spettatori verrà consegnato un auricolare personale ed una radio ricevente per poter ascoltare le parole degli attori.    L’evento si inserisce nell’ambito del progetto Marche Crea finanziato dalla Regione Marche.

Dalle note del regista  Marco Baliani

Chi siete là dentro? Che ci fate?

Certo, siete attori. O almeno un tempo lo eravate

Ma attori chiusi dentro una teca di cristallo da cui non potete uscire.

Siete una specie in via di estinzione.

È una dimensione molto netta e molto dura.

Dalla vostra memoria di attori emergono lacerti di  teatro che non hanno nessun rapporto tra loro oppure che si agganciano uno all’altro solo per un’assonanza di suoni, o di parole, o per un gesto che ne richiama un altro

Una coazione a ripetere. Il nastro di Krapp che scorre siete voi. Siete il nastro, non Krapp

La vostra memoria è a intermittenza. Memorie teatrali di quando, un tempo, eravate in scena.

È un soliloquio. Non dovete raggiungere nessuno e non dovete rivolgervi a nessuno. Non ci saranno applausi.

La vostra vita personale come esseri umani non interessa

Però a tratti viene fuori senza che voi ne siate coscienti

Potrebbero perfino esserci ricordi. Ma come un’intromissione improvvisa, priva di rapporto con il resto. Priva di rapporto con voi lì dentro.

Potrebbero esserci brani di testo a due, ma dove l’altro non c’è.

Non si può fare teatro senza gli altri.

Non c’è da gridare. Né da recitare, quelli che stanno fuori sentono la vostra voce attraverso delle cuffie.

È una voce radiofonica.

Potrebbero ascoltare voi e guardare un altro attore.

Oppure ascoltare voi e guardare il cielo o qualsiasi altra cosa

Ma voi siete comunque sempre esposti

Siete testimoni della povertà della vostra vita da attori, in una società che non ha bisogno del teatro.

Non dovete suscitare compatimento e, da parte vostra, non deve esserci compiacimento.

La vostra esistenza lì dentro è un eterno loop. Non c’è fine e non c’è inizio.

C’è solo un tempo uniforme, coatto, senza divenire.