Circa 10 giorni fa una donna fermana, mentre si trovava nel proprio garage, a Lido di Fermo, è stata aggredita da un uomo travisato che, minacciandola con un una siringa, a suo dire infetta dal virus dell’HIV, ha tentato di rapinarla della borsa.
La donna coraggiosa, approfittando di un attimo di disattenzione del delinquente, si è difesa e dopo una breve colluttazione il rapinatore ha perso dalla mano la siringa ed è fuggito. Nel corso degli eventi, allertato dalle urla della vittima, è sopraggiunto un passante che ha tentato di inseguire il rapinatore il quale è salito in sella ad un motorino che aveva parcheggiato nelle vicinanze e si è dato a precipitosa fuga.
In poco tempo, dopo la segnalazione alla sala operativa della Questura, la Volante della Polizia di Stato è arrivata sul luogo del reato e gli operatori hanno sequestrato la siringa ed acquisito i primi elementi relativi alla dinamica del fatto criminoso e del suo autore.
Pochi i dettagli relativi al rapinatore che ha agito improvvisamente e, come detto, travisato, non consentendo né alla vittima né al cittadino che è intervenuto in suo soccorso di potersi concentrare sui particolari della sua fisionomia; pochi sì, ma sempre di fondamentale importanza per gli investigatori della Squadra Mobile che hanno immediatamente attivato le indagini per la sua identificazione.
Agli investigatori fermani, e lo hanno dimostrato in moltissime situazioni, sono infatti sufficienti anche piccoli ingredienti, ma che approfonditi ed analizzati minuziosamente e con la professionalità e l’impegno che li contraddistinguono, possono permettere di dare un volto ed un nome al responsabile di questi gravi reati.
L’abbigliamento indossato, la pronuncia delle parole con una determinata inflessione dialettale, l’altezza e la corporatura del soggetto da individuare, la particolare forma delle scarpe calzate, l’essere mancino o destrimano, alcune caratteristiche del motorino con il quale si è allontanato dal luogo ma del quale non è stata rilevata la targa e altri elementi sono stati basilari, grazie all’aiuto ed alla attenta analisi delle immagini delle videosorveglianza cittadina, per seguire il rapinatore dalla zona del reato dalla quale si è celermente dileguato inseguito dal coraggioso soccorritore della vittima che è stato anche sbeffeggiato dal rapinatore.
Gli investigatori della Squadra Mobile lo hanno virtualmente “pedinato”, acquisendo così, via via, ulteriori dettagli dell’uomo e del mezzo utilizzato fino ad individuarne prima la targa e poi, in rapida successione, risalire alla completa fisionomia del rapinatore che è stato identificato per un cinquantenne residente a pochi chilometri di distanza dal luogo del reato e con precedenti per reati contro il patrimonio e la persona.
L’uomo è stato denunciato alla Procura della Repubblica per il reato di tentata rapina aggravata.
Un modus agendi, quello sopra descritto e definito dalla Squadra Mobile che ha consentito, in breve tempo di segnalare lo stesso uomo alla Procura della Repubblica quale responsabile di un analogo crimine perpetrato alcuni giorni prima sempre a Lido di Fermo ma denunciato in Questura il giorno successivo a quello risolto dagli investigatori.
Il rapinatore, certamente appostato nelle vicinanze, ha visto una donna con un minore salire sulla loro autovettura ed improvvisamente ha aperto la portiera del veicolo e ha minacciato la giovane conducente chiedendole insistentemente di consegnargli tutti i soldi e dichiarando di avere con sé una siringa infetta che però non ha mostrato.
Ma la vittima, anche se impaurita, ha risposto al soggetto di non avere denaro contante facendo vedere il contenuto del portafogli. L’esito negativo della richiesta ha fatto adirare ancora più il rapinatore che ha frugato anche nel cruscotto dell’auto alla ricerca di oggetti da sottrarre senza trovarne fino a richiedere alla donna di mostrare il contenuto della sua borsa nella quale non c’erano oggetti di valore.
Anche in questa occasione il criminale si è allontanato facendo perdere le proprie tracce.
La ricostruzione postuma degli investigatori, effettuata anche sulla base delle dichiarazioni della vittima che aveva memorizzato le caratteristiche salienti del volto dell’aggressore parzialmente travisato con un casco da motociclista e della sua inflessione dialettale, ha consentito di individuare, attraverso le immagini riprese dalla videosorveglianza cittadina, il soggetto che si è allontanato dalla scena del crimine in sella ad un motociclo, lo stesso della precedente rapina, fino ad identificare il rapinatore seriale che è stato segnalato alla Procura della Repubblica.