Home Economia Economia Ancona

Ritardi pagamenti nelle PA: nelle Marche in regola 1 comune su 5

“In Italia non riusciamo a liberarci dal pessimo vizio di pagare in ritardo o di non pagare affatto i creditori. E le vittime di questo malcostume sono sempre i piccoli imprenditori”. Il Presidente di Confartigianato Marche, Giuseppe Mazzarella, appoggia a pieno quanto il Presidente nazionale Merletti ha sostenuto in occasione dell’audizione dello scorso 12 luglio della Commissione del Parlamento europeo sullo stato e sull’impatto dell’implementazione della direttiva sui ritardi di pagamento negli Stati membri.

Inoltre –  aggiunge il Mazzarella – che una grande importanza per il sistema delle piccole imprese va attribuita ai pagamenti delle Amministrazioni comunali. Nel 2017 i pagamenti dei comuni in Italia relativi ad acquisti ammontano a 37.593 milioni di euro, di cui 29.258 milioni relativi ad acquisto di beni e servizi (spesa corrente) e 8.335 milioni relativi ad investimenti fissi lordi e acquisto di terreni (spesa in conto capitale). Per quanto riguarda le Marche, fa notare Mazzarella, solo 1 comune su 5 paga entro il limite dei 30 giorni, pari ad una quota del 20,5% a fronte del 35,2% in Italia. I tempi medi di pagamento dei comuni marchigiani si attestano a 63 giorni, ben lontani dal limite dei 30 giorni imposto dalla legge, valore che sale a 92 giorni in provincia di Ascoli Piceno, segue Macerata con 67 giorni, Ancona con 59 giorni, Pesaro-Urbino con 56 giorni e Fermo con 54 giorni.

Quello che da sempre sostiene Confartigianato per garantire alle imprese il diritto di essere pagate dalla PA in tempi certi, quelli imposti appunto dalla legge del 2013 che recepisce la Direttiva europea 2011/7/UE, è applicare la compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti delle imprese verso la Pubblica Amministrazione. Equivarrebbe a una iniezione di liquidità e consentirebbe di allentare la morsa in cui si trovano stretti gli imprenditori: da una parte clienti morosi, dall’altra credito difficile da ottenere dalle banche.

A questo proposito, a fine novembre 2017, nelle Marche lo stock degli impieghi vivi – al netto delle sofferenze a favore di società non finanziarie e famiglie produttrici – è diminuito rispetto a novembre 2016 del 10,9%, peggiore della media nazionale (-3,5%), ma variazione meno intensa di quella rilevata ad ottobre 2017 (-11,5%). Considerando le imprese con meno di 20 addetti, a livello regionale la diminuzione è ancora più intensa e pari al -13,4%, peggiore della media nazionale (-4,4%).