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Sanità, colloquio Ceriscioli-Fiordomo su ospedale di Recanati

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Sanità nelle Marche
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ANCONA 26 OTT.  In questi giorni, il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha avuto diversi colloqui con il sindaco di Recanati Francesco Fiordomo in merito alla situazione dell’ospedale di Recanati.

“Come abbiamo sempre ribadito, la volontà della Regione è quella di potenziare i servizi all’interno della struttura – spiega il presidente – La medicina del territorio avrà sempre più un ruolo centrale nella riforma sanitaria che stiamo portando avanti. La medicina per acuti gradualmente deve lasciare spazio alle attività ambulatoriali, servizi e prestazioni che più servono ai cittadini di quel territorio. Per questo voglio in primis sottolineare che sono infondate le voci diffuse ad arte per spaventare i cittadini di trasferimenti di tecnologie o arredi dall’ospedale Santa Lucia verso altre strutture. Le tecnologie resteranno e anzi saranno implementate per dare tutti servizi previsti per l’ospedale di comunità. Inoltre basta con le fantasiose bugie su chiusure di notte della struttura: il punto di primo intervento resterà aperto 24 ore su 24 anche con la riconversione in ospedale di comunità. Voglio smentire, ancora una volta, anche chi parla di tagli: ribadisco che non ci sarà alcuna decurtazione di risorse economiche né oggi né domani. Per la struttura di Recanati il budget dell’ospedale rimarrà intatto anche quando sarà ospedale di comunità. Ad oggi il ritardo e il prolungarsi dei lavori per l’adeguamento degli spazi destinati al servizio dialisi, per cause non imputabili alla Regione o all’Asur, hanno impedito di portare avanti il processo di trasformazione. Con il sindaco, abbiamo perciò convenuto di avviare il percorso di riconversione del punto di primo intervento solo quando sarà chiuso il cantiere, la cui chiusura è fissata per maggio 2017. Solo allora il Pat prenderà il posto del PPI, mantenendo comunque le stesse funzioni e le stesse prestazioni. La struttura sarà, così, pronta per accogliere anche il poliambulatorio e dare attuazione complessiva al percorso. Ritengo comunque importante che i medici di medicina generale, quanto prima, entrino nella struttura. Il 15 novembre infatti, per i medici di famiglia che hanno aderito al progetto delle cure intermedie, è previsto il trasferimento degli ambulatori nella struttura. Un passaggio importante che, se effettuato nei modi e nei tempi giusti, può dare maggiore gradualità e appropriatezza all’intero percorso, in particolare approfittando in questo periodo di passaggio, della compresenza del medico internista”.