ANCONA 08 FEB. Nel confronto 2011 – 2012 subito dopo le Regioni soggette ai “piani di rientro” vengono le Marche con una perdita di 491 unità ( da 21.263 a 20.773) pari al meno 2,31 per cento. A questo dato vanno sommate le diminuzioni di personale che si sono registrate negli anni 2010 e 2013 che significa una perdita complessiva nel triennio di circa 1.200 operatori.
Preoccupa che a ruota delle Regioni soggette ai “piani di rientro” quali, nell’ordine, la Campania con un meno 3,97%, il Lazio con il meno 3,61%, la Puglia con il meno 3,47%, la Calabria con il meno 3,43% e il Molise con il meno 3,00% arrivino poi nella graduatoria le Marche con una diminuzione del 2,31%.
Nelle Marche nell’arco di un solo anno (2011 – 2012) si è verificata una perdita in termini percentuali dell’ 1,28% riferito ai medici, del 2,74% riferito ai dirigenti sanitari e del 2,51% riferito a personale del comparto.
È quanto mai urgente una “inversione di rotta” che significa garantire per l’anno 2014 la copertura del turn over del personale, procedere alla copertura dei posti vacanti nelle dotazioni organiche, prorogare i contratti di lavoro a termine di prossima scadenza ed avviare il percorso di stabilizzazione del personale precario che di fatto ha consentito e consente il funzionamento dei servizi sanitari. Medici, infermieri, operatori sanitari che assicurano servizi essenziali alla persona ai quali va assicurato un percorso di stabilizzazione.
La Giunta regionale dimostri con i fatti e non a parole che i tanti lavoratori che in sanità operano con serietà e dedizione vanno valorizzati come una delle risorse più preziose che la nostra regione possiede.