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VIOLENZA SULLE DONNE, ASSESSORE GIORGI “UNA VOCE FORTE PER DIRE BASTA”

Violenza sulle Donne

donne_violenzaANCONA 22 NOV. È un’emergenza reale, che chiede prese di posizione decise e coraggiose, quella della violenza sulle donne di cui martedì 25 novembre si celebra la Gionata internazionale. Lo dichiara l’assessore ai Diritti e Pari Opportunità, Paola Giorgi, che aggiunge: “Un giorno che simboleggia una battaglia che deve essere quotidiana, di ognuno di noi, di coscienza critica per dare voce a tutte le donne del mondo che subiscono violenza e soprusi. Una voce forte e potente per dire basta e per compiere azioni di contrasto determinate e senza interruzioni temporali, affinché questa condanna per il genere femminile possa arrestarsi”.

“Perché – secondo l’assessore, – a violenza di genere  non può essere una semplice questione privata, da relegare alla cronaca e rinchiudere dentro le mura domestiche, ma è una questione culturale di civiltà ed educazione al rispetto dell’altro”.

Azioni regionali rafforzate dall’integrazione delle risorse statali

Nella nostra regione agiscono 5 Centri Antiviolenza (CAV), 2 Case di Accoglienza e 1 Casa di Emergenza che si avvale anche del contributo della Protezione civile regionale.

La Regione è in prima linea per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne con alcuni positivi elementi di novità.

Una prima novità importante è rappresentata dalla recente assegnazione di risorse statali rese disponibili (“legge anti-femminicidio” n.119/2013) che destina alla Regione oltre 276.000 euro, di cui parte per il sostegno ai Centri antiviolenza e alle Case di accoglienza e parte per attività di iniziativa e di rilievo regionale di prevenzione, informazione, monitoraggio, insieme a ulteriori 115.000 euro per due nuove dotazioni strutturali di accoglienza, risorse che integrano la dotazione annuale regionale pari a oltre 97.000 euro. La gestione delle risorse viene stabilita dalla Giunta regionale, sulla base dei pareri acquisiti da parte del Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere, presieduto dall’ assessore Giorgi e della competente Commissione Consiliare.

Altra novità è rappresentata dall’avviso pubblico che destina risorse regionali e statali ai CAV per un importo complessivo di euro 146.087,87 rivolto ad enti locali associati, Comuni e Ambiti territoriali sociali che cofinanzieranno, in misura almeno pari al 30%, le spese di gestione necessarie a garantire la funzionalità dei Centri, come previsto dalla LR n.32/2008. La novità rispetto al passato risiede nella possibilità dei CAV di ampliare la propria azione in un ambito territoriale più ampio. All’interno del Forum si è inoltre costituito un “Tavolo tecnico di confronto e coordinamento”, curato dalla struttura regionale competente, composto dalle rappresentanti di Anci, Upi, Cav e dei soggetti titolari della gestione delle Case. È un gruppo di lavoro a composizione “aperta” anche ai soggetti che, a diverso titolo, sono coinvolti nella presa in carico di donne vittime di maltrattamenti, come i servizi sociali, sanitari e le forze dell’ordine.

“Siamo convinti – rimarca Giorgi – che tale inquietante e complesso fenomeno possa trovare adeguate risposte solo ‘in un’ottica di rete’ fra i diversi operatori, pubblici e privati, da implementare e sviluppare con il coordinamento della Regione, nella comune finalità di accompagnare le donne vittime di violenza nel percorso di progressiva acquisizione di autonomia psicologica e sociale”.

I dati del Rapporto annuale sul fenomeno della violenza contro le donne nella regione Marche – curato dall’Osservatorio regionale delle Politiche sociali e condiviso con le operatrici dei cinque centri antiviolenza – testimoniano un fenomeno sociale presente e devastante purtroppo anche nella nostra regione.I dati più significativi – raccolti ed elaborati tramite il nuovo web service messo a regime nel corso del 2014 avvalendosi di un’apposita scheda di rilevazione condivisa – rilevano che, rispetto al 2012, si registra un aumento allarmante dei “contatti” ai CAV. Sono 439 rispetto ai 307 del 2012, articolati per territori provinciali: a Fermo risultano più che triplicati con 22 contatti nel 2012 e 70 nel 2013; a Macerata 46 nel 2012 e 72 nel 2013. Nella provincia di Pesaro e Urbino sono stati 71 nel 2012 e 110 nel 2013. Ad Ancona 126 nel 2012 e 147 l’anno successivo.

Anche i dati in corso di progressiva acquisizione per il 2014 ci danno un trend in aumento. “Si tratta di un dato da leggere in due direzioni – spiega Giorgi – Da un lato è un segnale importante della maggiore consapevolezza femminile e del ruolo fondamentale dei CAV quale punto di riferimento dedicato. Ma dall’altro è un segnale di un complesso disagio relazionale che attraversa la società”.

A chiedere aiuto sono le donne tra 53 e 34 anni, coniugate (44%), italiane (75%), con figli (70%), soprattutto minorenni (47%). Si conferma, quindi, il dato relativo alla dimensione “familiare” del fenomeno e quello della cosiddetta violenza “assistita”, ovvero sotto gli occhi dei loro figli: nel 67% dei casi si è di fronte a donne “coniugate” o “separate/divorziate”. Quanto alla condizione professionale, solo il 28,5% è occupata “in maniera stabile”, mentre il 38% risulta “occupata in maniera precaria” o “disoccupata/in cerca di lavoro”, evidenziando la dimensione aggiuntiva della fragilità economica.