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CRISI, 580 AZIENDE FALLITE NELLE MARCHE NEL 2014

Lavoro

lavoro2ANCONA 29 GEN. Un fisco sempre più esoso, l’accesso al credito ancora difficile, i consumi interni che continuano a calare, l’export che stenta a decollare. In un quadro economico complicato e con la ripresa che ancora non arriva, sono sempre più numerose le imprese che non ce la fanno più. Gettano la spugna e portano i libri in tribunale. Sono state 580 le aziende che sono fallite nel 2014, quasi due al giorno, con una crescita costante negli ultimi tre anni. Infatti nel 2012 i fallimenti sono stati 438 e nel 2013 491. In Italia lo scorso anno i fallimenti sono stati 15.605 rispetto ai 14.269 del 2013. Ad affermarlo Confartigianato e Cna Marche che hanno elaborato i dati Cribis sui fallimenti in Italia nel 2014.
“Negli ultimi dodici mesi” sostengono i segretari regionali Cna Marche Otello Gregorini e Confartigianato Marche Giorgio Cippitelli “ci sono stati 81 fallimenti in più rispetto all’anno precedente, con conseguenze pesanti per gli oltre 1.500 dipendenti rimasti senza lavoro ma anche per i clienti ed i fornitori delle imprese fallite, che a volte, di fronte alla perdita dei crediti, rischiano di fare la stessa fine delle aziende insolventi. Un dramma, quello delle imprese vittime delle procedure fallimentari, che dal 2009, ha riguardato nella nostra regione 2.707 aziende.”
La maggior parte dei fallimenti ha coinvolto piccole aziende artigiane e commerciali, con i titolari che, non potendo contare sugli ammortizzatori sociali, sono andati ad ingrossare i numeri dei disoccupati, portandosi dietro i loro dipendenti ed un futuro tutto da inventare. I settori che lo scorso anno maggiormente coinvolti dai fallimenti aziendali, sono stati l’edilizia, il commercio, i ristoranti e bar, l’autotrasporto, l’abbigliamento e le calzature.
“E’ fondamentale” dichiarano Cippitelli e Gregorini “intervenire prima che le imprese siano costrette a portare i libri in tribunale, favorendone l’accesso al credito attraverso l’operato dei Confidi che vanno rafforzati patrimonialmente dalla Regione, perché solo attraverso le garanzie che loro forniscono alle banche, le imprese possono accedere ai finanziamenti indispensabile ad evitare crisi di liquidità e superare la fase di difficoltà finanziaria”.