Il Consiglio di Stato ha recentemente emesso una sentenza di grande rilevanza riguardante le concessioni per gli stabilimenti balneari. Stabilendo con fermezza l’urgente necessità di condurre gare competitive per l’assegnazione delle stesse.
Confartigianato, a Senigallia incontro sulla direttiva Bolkestein
Questo provvedimento, in linea con la direttiva Bolkestein dell’Unione Europea, solleva importanti interrogativi riguardo ai tentativi del governo Meloni di negoziare deroghe e mantenere le promesse fatte agli operatori balneari. Sottolineando l’importanza di un approccio trasparente e concorrenziale nel settore.
La decisione del Consiglio di Stato è giunta in seguito al ricorso di un proprietario di uno stabilimento a Rapallo, il quale ha contestato la cessazione della concessione entro la fine del 2023.
La sentenza ha messo in luce la crescente consapevolezza riguardo alla limitatezza delle risorse marine in Italia, sottolineando l’urgenza di avviare procedure competitive per l’assegnazione delle concessioni, al fine di garantire un equo e autenticamente concorrenziale processo decisionale.
È importante sottolineare che, secondo la sentenza, l’ultima data valida per la proroga delle concessioni balneari è il 31 dicembre 2023, rendendo qualsiasi estensione successiva illegittima.
Questa decisione, resa pubblica il 30 aprile (sentenza n. 3940 del 30 aprile 2024) dalla VII sezione del Consiglio di Stato, conferma il divieto di proroga al 31 dicembre 2024 delle concessioni balneari deciso dal governo con il decreto Milleproroghe. Ordina di avviare immediatamente le procedure di gara per l’assegnazione delle concessioni.
La sentenza ha inevitabilmente generato dissenso all’interno della maggioranza e preoccupazione tra gli operatori balneari.
Alcuni esponenti politici hanno contestato la decisione, argomentando che le spiagge non costituiscono una risorsa scarsa e criticando l’interpretazione della direttiva da parte del Consiglio di Stato.
Consiglio di Stato ai balneari: Concessioni scadute, ora le gare
La complessità della situazione è ulteriormente amplificata dalla pubblicazione di sentenze discordanti del Consiglio di Stato e dall’ingerenza del dibattito politico, che risulta essere influenzato dalla campagna elettorale in corso.