La Polizia di Stato ha ricondotto alla ragione una donna che aveva riferito al fidanzato di essersi tagliata le vene e che provava bruciore per le ferite. E’ accaduto lo scorso fine settimana, quando al 113 della Questura di Ascoli Piceno è giunta di sera una telefonata da un uomo che, in preda al panico, ha chiesto aiuto dicendo di avere litigato con la propria ragazza e che lei voleva suicidarsi.
Lui, un 34enne della zona, alla richiesta del poliziotto di dargli qualche particolare in più per poter rintracciare la donna gli ha riferito che, insieme, erano usciti da casa e, giunti in zona stadio, lui era sceso dall’auto per andare in farmacia e lei, messosi alla guida, ha acceso il motore e si è allontanata da lì.
A quel punto lui ha provato a contattarla via filo e lei, una 33enne sudamericana, gli ha risposto con un messaggio dicendogli di avere parcheggiato l’auto in zona Monticelli e che si stava recando in un luogo appartato, ove avrebbe potuto tagliarsi le vene e morire in pace. Da lì la richiesta di aiuto al 113, con il poliziotto che non si è perso d’animo e si è subito attivato per evitare il dramma.
Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, lei ha risposto alla chiamata della centrale operativa e non ha riattaccato, poiché aveva capito di potersi fidare di quella voce rassicurante dall’altra parte della cornetta. L’agente, lavorando molto di psicologia, ha negoziato a lungo con l’aspirante suicida, iniziando un fitto dialogo che si è protratto per diversi minuti, in quanto lei non ne voleva proprio sapere di svelare il luogo dove si trovava. Ma alla fine, grazie alle parole giuste usate dal poliziotto, si è convinta, dicendo di essere al Mazzoni di Ascoli Piceno. A quel punto la Questura ha preso contatti con i sanitari che erano di guardia in ospedale, spiegandogli l’accaduto. La vicenda si è conclusa bene, poiché la donna non si è più tagliata le vene ed è stata assistita e curata dai soccorritori.