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LA RIORGANIZZAZIONE DELLA RETE DI SOCCORSO. MEZZOLANI: “UN INVESTIMENTO ULTERIORE”

elisoccorso-pegasoANCONA. 14 MAR. Una nuova organizzazione della rete territoriale di soccorso per accompagnare il riordino delle strutture ospedaliere senza penalizzare i cittadini, ma incrementando le opportunità di assistenza.

La Giunta regionale ha recepito le disposizioni proposte dal Comitato di coordinamento del sistema sanitario regionale, ispirate alla razionalizzazione dei servizi e ad assicurare una presenza medica qualificata in ogni punto della regione con l’atto che verrà formalizzato nei prossimi giorni.

La ridefinizione del sistema di soccorso prevede un’organizzazione unitaria su tutto il territorio regionale, con a capo l’Asur (Agenzia sanitaria unica regionale), gestita, attraverso procedure condivise, dalle Centrali operative del 118. È prevista una diversa dislocazione degli attuali mezzi di soccorso e un loro potenziamento rispetto agli standard nazionali.

La nuova dotazione prevede tra i 18 e i 23 mezzi in più degli standard di legge. A regime, nelle Marche, la nuova rete di soccorso sarà costituita da 2 eliambulanze (con rianimatore, infermiere, pilota e tecnico di volo), 28 ambulanze con medico e infermiere; 15 ambulanze con infermiere; 47 ambulanze con volontari. Vengono garantite, inoltre, ulteriori quattro ambulanze (con medico e infermiere a bordo), una per ciascuna centrale operativa del 118, per incrementare la risposta di soccorso in caso di necessità. Rispetto agli standard nazionali, che indicano – per le Marche – una necessità tra i 71 e i 76 automezzi, la nuova riorganizzazione regionale ne destina all’emergenza attorno alle 96 unità.

“La riorganizzazione della rete territoriale di soccorso – commenta l’assessore alla Salute, Almerino Mezzolani – non prevede riduzione di costi per recuperare parte del minor finanziamento 2013 (pari a meno 188 milioni di euro) rispetto al 2011, ma anzi comporta un investimento ulteriore, tenendo conto che già ora i mezzi di soccorso in attività sono superiori a quelli che dovremmo avere sulla base degli standard”.

“La caratteristica del servizio sanitario regionale è rappresentata da un numero importante di ospedali: ben 33, 15 dei quali con posti letto compresi tra 20 e 68; numero insufficiente, per gli standard scientifici attuali, a garantire sicurezza di cure per l’acuzie – continua Mezzolani – Da qui la necessità di trasformare questi Ospedali in Case della salute, dedicate a funzioni di tipo territoriale o di lungodegenza, lasciando ai presidi ospedalieri di Area vasta e alle Aziende (Ospedaliera, Ospedaliero universitaria e Inrca) le funzioni per l’acuzie.
La nuova organizzazione a rete consente di superare la frammentazione ospedaliera, ma può funzionare solo in presenza di una rete di trasporti di emergenza diffusa sul territorio che intendiamo rafforzare con l’atto che andremo ad approvare”.

I due pilastri della nuova organizzazione sanitaria poggiano su una rete di strutture e di servizi differenziati per intensità di cure (acuzie, post acuzie, riabilitazione, domicilio) e su un sistema di trasporti sanitari e di emergenza in grado di portare il paziente nella sede giusta e nel tempo giusto.

La nuova riorganizzazione della Rete dell’emergenza-urgenza rappresenta una parte del percorso da completare, attraverso modifiche alle leggi regionali di settore (36/98 e 13/08), per accompagnare la riconversione dei piccoli ospedali stabilita dal Piano regionale 2012/2014.

Per quanto riguarda l’emergenza, le prossime tappe riguarderanno il ruolo della Continuità assistenziale (medici di medicina generale, pediatri, guardia medica, specialisti ambulatoriali); la modifica del rapporto convenzionale dei medici del 118 (assunzione in ruolo per quanti ne hanno titolo); il potenziamento delle funzioni dell’infermiere professionale.