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Allevamento lager di Trecastelli: indagato anche un sindaco

Allevamento lager di Trecastelli: indagato anche un sindaco
L'intervento dei carabinieri del Cites in un allevamento di cani

Il plauso delle Associazioni. I cani erano maltrattati e stipati in spazi ristretti. Erano presenti circa 800 bestiole contro un permesso di 61

Sono 15 le persone indagate a vario titolo per la vicenda dell’allevamento di cani di Trecastelli. Sono diversi i reati contestati, fra cui maltrattamento di animali.

Tra i nuovi capi di imputazione figura anche la vendita di cani sequestrati. Sarebbe infatti emerso che alcuni esemplari, nonostante fossero sottoposti a sequestro, sarebbero stati ceduti previo compenso. All’inizio delle indagini erano solo 5 le persone indagate, poi la platea si è allargata.

Nell’elenco dei quindici indagati figurano i tre proprietari dell’allevamento: Franco Fraboni, Olga Fraboni e Maryana Fraboni.

Inoltre figura anche il sindaco di Trecastelli, Marco Sebastinelli, per un ruolo marginale nella vicenda.

Per la vicenda “Trecastelli” risulta indagato anche il comandante della polizia locale Leonardo Latini. Molti i nomi anche per l’Asur, per il servizio veterinario. Il tutto ha avuto origine nel gennaio 2021 quando il Nucleo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale del gruppo carabinieri forestale di Ancona e le guardie zoofile del nucleo vigilanza del WWF e di Legambiente di Ancona, insieme ai volontari dell’Associazione Amici Animali di Osimo, hanno eseguito, su delega della Procura della Repubblica di Ancona, il sequestro di 859 cani di piccola taglia (prevalentemente chihuahua, barboncini e maltesi) e delle strutture presso l’allevamento di Trecastelli.

Gli animali erano tenuti in condizioni incompatibili con la loro natura, tali da arrecare loro gravi sofferenze. Senza contare che nell’allevamento, con strutture autorizzate per un massimo di 61 cani, ne sono stati trovati 859.

La metà aveva contratto la Brucella canis, zoonosi infettiva trasmissibile anche all’uomo.  L’allevamento, già nel 2018 e nel 2020, aveva già subito provvedimenti restrittivi.

“Con la chiusura delle indagini risultano essere ben 15 le persone indagate tra le quali i proprietari dell’allevamento, il capo della Polizia locale, medici veterinari ASUR, un medico veterinario libero professionista e organi di controllo.

Contestati agli indagati, a diverso titolo, i reati di disastro colposo, maltrattamento animali, abusivo esercizio di professione veterinaria, mancato rispetto dei provvedimenti dell’Autorità Sanitaria, corruzione, frode in commercio, falso in certificazioni, omessa denuncia di reato, traffico internazionale di cani.”

Lo rendono noto le Associazioni ENPA, LAV, Lega Nazionale per la Difesa del cane, LEIDAA e OIPA che esprimono soddisfazione per la chiusura delle indagini sull’allevamento di cani di razza di piccola taglia di Trecastelli (AN), noto da mesi alle autorità sanitarie quale unico caso di focolaio di brucellosi conosciuto in Europa e posto sotto sequestro nel gennaio 2021

“Si tratta – spiegano le associazioni – di un primo positivo passo per fare chiarezza sulle responsabilità che hanno portato ad una situazione insostenibile per oltre 800 cani detenuti in una struttura autorizzata per meno di cento (61), mettendo a serio rischio anche la salute pubblica in quanto la brucellosi è una zoonosi trasmissibile all’uomo.”

“Ci auguriamo – proseguono le Associazioni, che a seguito del sequestro avevano presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Ancona – che a breve venga fissata la prima udienza alla quale siamo pronti a costituirci parte civile e speriamo in un processo senza precedenti che, oltre ad appurare quanto accaduto, si concluda con una condanna esemplare che sia da deterrente per chi specula sugli animali mettendone a repentaglio la vita e per coloro che devono effettuare i necessari controlli e prendere le dovute misure per garantire la legalità e proteggere gli animali”.

Le Associazioni ringraziano la Procura della Repubblica di Ancona e le Forze dell’Ordine, in particolare i Carabinieri Forestali del gruppo di Ancona, per la complessa attività di indagine svolta.

“Siamo però ancora in attesa – spiegano le Associazioni – di risposte dal Servizio Veterinario Regionale: nonostante le nostre formali richieste, da mesi non abbiamo più notizie né dei test che dovevano essere effettuati sui 146 cani trasferiti al canile di Ostra Vetere e della loro possibile adozione, né di test a cui dovrebbero essere sottoposti i cani rimasti nell’allevamento per poter monitorare le loro condizioni di salute.

Lo stesso silenzio avvolge anche l’avvio dei protocolli terapeutici promessi già dalla scorsa estate e necessari ad individuare una cura innovativa per i cani ancora positivi a questa zoonosi finora poco conosciuta e non presente in Italia.”

“Attendiamo – concludono – una risposta urgente dall’IZS di Teramo, dal Ministero della Salute e dalla Regione Marche, alla luce del fatto che queste lungaggini hanno ricadute sul benessere e la salute degli animali coinvolti, ma anche sui fondi pubblici dato che i costi di gestione sono a carico della Regione e quindi dei contribuenti. Attendiamo anche la convocazione del tavolo più volte richiesto visto che le Associazioni tanto hanno fatto e tanto sono ancora disponibili a fare per supportare la migliore gestione degli animali e l’inserimento in famiglia di quelli che potranno essere adottati.”