ANCONA. 10 MAR. Un milione e 536 mila euro per sostenere il commercio tradizionale.
Sono queste le risorse regionali previste nel Programma di settore del 2013 che la Regione ha inviato all’Assemblea legislativa per acquisire il parere della III Commissione e rendere operativo il piano degli interventi.
Vengono finanziate le attività svolte dalle piccole imprese, singole o associate, del commercio al dettaglio e della somministrazione di alimenti e bevande.
“Strutture essenziali per animare la vita nei nostri centri, dove il commercio rappresenta un’attività economica importante e un formidabile strumento di coesione sociale – afferma l’assessore al Commercio, Antonio Canzian – Il Piano regionale prevede risorse che coprono un ventaglio di opportunità, destinate a rilanciare l’attività dei piccoli commercianti e a qualificarne la presenza sul territorio, soprattutto in questa difficile fase di crisi economica, contraddistinta dal calo dei consumi. Agli operatori che intendono adeguare o rilanciare il proprio esercizio, la Regione concede contributi per favorire gli investimenti”.
Il programma regionale destina 650 mila euro per la riqualificazione e la valorizzazione delle imprese commerciali e altri 298 mila per quelle che operano nei comuni con popolazione inferiore a 5mila abitanti.
Ulteriori 150 mila euro vengono utilizzati per favorire l’accesso al credito mediante un abbattimento degli interessi. Una quota di contributi regionali, pari a 159mila euro, è destinata a sostenere i progetti di eccellenza, volti a rivitalizzare i centri storici attraverso la rimozione delle condizioni di svantaggio delle imprese che operano in questi contesti rispetto alla grande distribuzione. Da sottolineare, poi, i 100mila euro destinati all’abbattimento delle barriere architettoniche nei negozi per favorire l’accesso dei consumatori diversamente abili.
Altri 35mila euro vanno al sostegno e alla promozione del commercio equo e solidale, mentre per i Consorzi fidi, cooperative di garanzia e i Centri di assistenza tecnica sono destinati 120mila euro.
Da segnalare, infine, i 23mila euro per il Censimento dei locali storici marchigiani.