Nel contempo gli agenti trovavano Alle ore 23.00 di ieri sera, 27 dicembre, su disposizione della locale S.O., personale della Squadra Volante si portava in via Fermo. L’intervento in seguito alla segnalazione di una lite in casa con persona violenta.
Sul posto, ad attendere nell’androne del palazzo vi era il richiedente. Tale persona riferiva che poco prima aveva avuto l’ennesima discussione con il figlio. Aveva dato in escandescenza e dopo aver preso in mano un mocio con manico in legno, lo aveva brandito in direzione del padre e della madre, per poi colpirli.
Gli agenti raggiungevano l’appartamento dove trovavano la donna. Riferiva di aver ricevuto dal figlio un pugno sul capo e di essere stata spintonata.
Contestualmente il padre affermava a sua volta di essersi frapposto e, nella concitazione dei fatti, era stato colpito dal figlio in viso con un pugno.
Il figlio manteneva con gli agenti un atteggiamento pacato e collaborativo e negava quanto asserito a suo carico dai genitori. Specificando di avere avuto solamente una discussione verbale mai passata alle vie di fatto.
Nel frangente si apprendeva che l’uomo, 46 anni, era solito avere invece atteggiamenti violenti e minacciosi nei confronti della madre. Connessi principalmente con le sue problematiche di dipendenza da sostanze alcoliche.
Gli intervenuti nel vedere che la donna e il richiedente erano visibilmente scossi, richiedevano in loco l’ausilio del personale sanitario del 118. Il personale sanitario giungeva, poco dopo, per prestare le prime cure del caso.
I presenti rispettivamente rifiutavano il trasporto presso il nosocomio di Torrette per ulteriori accertamenti. A questo punto, rasserenati gli animi, gli agenti lasciavano l’abitazione dopo aver reso edotto il richiedente delle proprie facoltà di legge.
Tuttavia, alle successive ore 23.50 circa, giungeva nuova richiesta di intervento da parte del padre. Lo stesso riferiva che il figlio, appena dopo l’allontanamento delle Forze dell’ordine, aveva reiterato nel comportamento violento e minaccioso. Nei confronti dei genitori, questa volta mediante l’utilizzo di un grosso coltello.
I componenti della Volante tornavano tempestivamente sul posto. Qui trovavano il richiedente in strada il quale, visibilmente impaurito, riferiva di aver trovato rifugio fuori casa dopo che il figlio aveva dato in escandescenza, brandeggiando un coltello da cucina e minacciando i genitori di morte.
Gli agenti entravano in casa dove ad attenderli vi era il figlio, il quale alla vista degli operatori lasciava a terra sul pavimento del locale cucina un grosso coltello. Nel contempo gli agenti trovavano anche il mocio con bastone in legno.
L’uomo veniva definitivamente fermato dagli agenti che lo traevano in arresto per il reato di maltrattamenti contro familiari.
Il P.M. ne disponeva in via precautelare la traduzione presso il carcere di Montacuto, attesa l’elevata probabilità di reiterazione del reato nonché un aggravamento delle conseguenze dello stesso. Soprattutto in considerazione dello stato di agitazione del soggetto al momento dell’intervento, che brandiva un coltello, soggetto che risulta caratterizzato da un’indole violenta che si aggiunge ad una già precaria condizione dovuta all’abuso di alcool, che lo rendono pericoloso per sé stesso e per gli altri.